Noleggio furgoni a Verona è un comune italiano di 258.917 abitanti, capoluogo situata nel Veneto.
È il dodicesimo comune italiano per popolazione, con oltre 70.000 aziende nonché il secondo comune non capoluogo di regione più popoloso d’Italia. in questa cità noleggiare un furgone veicolo commerciale per uso lavorativo come trasloco e trasporto merci e per La città scaligera è un’importante meta turistica, visitata ogni anno da più di tre milioni di persone in virtù della sua ricchezza artistica e architettonica, per le numerose manifestazioni internazionali che vi si tengono, ma ancor più per esser stata fissata come luogo della tragedia “Giulietta e Romeo”, vista in tutto il mondo come simbolo dell’amore.
La città è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO per la sua struttura urbana e per la sua architettura: Verona è un chiaro esempio di città che si è sviluppata progressivamente e ininterrottamente durante duemila anni, integrando elementi artistici di altissima qualità dei diversi periodi che si sono succeduti; rappresenta inoltre in modo eccezionale il concetto di città fortificata in più tappe determinanti della storia europea.

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vedi wikipedia cosa scrive di Verona

Territorio[modifica | modifica sorgente]

La città sorge lungo le rive del fiume Adige, nel punto in cui questo entra nella pianura Padana e forma un caratteristico doppio meandro, a una trentina di chilometri a est del lago di Garda. È situata a 59 metri sul livello del mare, ai piedi dell’appendice meridionale dei monti Lessini: il colle San Pietro.

Anticamente la città era un punto nodale di tutti i sistemi di trasporto terrestre e acquatico dell’Italia nord-orientale. Al tempo dei Romani, infatti, era il punto di incontro di quattro strade consolari: la via Gallica, la via Claudia Augusta, il vicum Veronensium e la via Postumia. Ancora oggi Verona costituisce un importante nodo geografico – stradale, ferroviario e autostradale -, al crocevia tra le direttrici che collegano l’Italia centrale e nord-occidentale con il passo del Brennero.

Per quanto riguarda il rischio sismico, Verona è classificata nella zona 3, ovvero a bassa sismicità.[6], anche se vi sono notizie storiche di gravi terremoti nel Medioevo[7].

Clima[modifica | modifica sorgente]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Stazione meteorologica di Verona Boscomantico e Stazione meteorologica di Verona Villafranca.

Verona ha un clima dominante continentale, anche se il grande bacino idrico del lago di Garda, con il suo clima submediterraneo, influenza parzialmente il clima cittadino. In estate le temperaturesono piuttosto elevate mentre in inverno sono rigide, l’umidità relativa è elevata durante tutto l’anno, specialmente nei mesi invernali, quando provoca il fenomeno, sempre meno frequente, dellenebbie, che si verificano per lo più a partire dal tramonto fino a tarda mattina. Le temperature medie di luglio si mantengono superiori ai 24 °C, mentre la temperatura media a gennaio è di circa 1 °C.

Le precipitazioni si concentrano tra fine aprile e inizio giugno, e tra ottobre e inizio novembre, con un picco ad agosto, che si è dimostrato in media il mese più piovoso dell’anno. L’inverno, da fine novembre fino a marzo, è il periodo meno piovoso, con una media di poco superiore ai 50mm per mese, nonostante sia il periodo più umido.

Dal punto di vista legislativo, il comune di Verona ricade nella “Fascia climatica E” con 2.468 gradi giorno,[8] dunque il limite massimo consentito per l’accensione dei riscaldamenti è di 14 ore giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile.

VERONA VILLAFRANCA Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut
T. max. media (°C) 5,2 8,5 13,0 17,3 22,3 26,2 28,9 28,1 24,4 18,4 11,1 6,0 6,6 17,5 27,7 18,0 17,5
T. min. media (°C) -2,0 0,1 3,4 7,0 11,4 15,2 17,7 17,2 13,7 8,4 3,4 -1,2 -1,0 7,3 16,7 8,5 7,9
Precipitazioni (mm) 54,5 47,8 57,8 68,8 85,4 86,1 61,5 87,5 62,6 81,5 75,3 50,6 152,9 212,0 235,1 219,4 819,4
Giorni di pioggia 7 6 7 9 9 9 6 7 5 7 8 6 19 25 22 20 86

Idrografia[modifica | modifica sorgente]

L’Adige presso il colle San Pietro in una fotografia ottocentesca

L’Adige oggi scorre a Verona all’interno di possenti muraglioni, argini costruiti dopo la terribile alluvione del 1882, per proteggere la città da altre piene. Esso ormai si limita ad attraversare la città rinchiuso tra i muraglioni, ma fino a tempi relativamente recenti Verona era una città particolarmente legata al suo fiume, per via delle numerose attività commerciali e industriali che la sua notevole portata consentiva di svolgere. L’Adige era una via di comunicazione di primaria importanza, navigabile fino a Trento: è stato utilizzato sin dall’antichità per il trasporto di merci, e il suo tragitto era quindi servito da approdi, da caselli daziari, da torri utilizzate per sostenere catene, tese da una parte all’altra del fiume per trattenere le merci (a Verona è ancora presente quella a monte della città, mentre quella a valle è andata persa), e da castelli e forti. Un tempo Verona e i borghi che si affacciavano sul fiume avevano un’economia collegata direttamente alla presenza dell’acqua: lungo le sue rive venivano lavorati i blocchi di marmo e il legname che venivano poi trasportati dalle sue acque, sorgevano cantieri navali, numerosi mulini galleggianti, idrovore, depositi merci, piccole industrie e attività artigianali.[9]

Il fiume formava alcuni rami secondari, oggi non più esistenti: presso il teatro romano si staccava sulla sinistra il canale dell’Acqua Morta, cosiddetto per il lento fluire delle sue acque che nelle epoche successive a quella romana persero progressivamente di portata e velocità, che si ricongiungeva al ramo principale presso il ponte Navi, formando il cosiddetto Isolo, un’isola fluviale costituita da sedimenti ghiaiosi,[10] e l’Adigetto, che era invece un largo fossato ampliato in età medievale a scopo difensivo, che si separava dall’Adige poco prima di Castelvecchio e costeggiava a sud le mura comunali, congiungendosi all’Adige poco a valle dell’odierno ponte Aleardi.[11] Oltre a questi due rami principali vi erano anche i cosiddetti , più di settanta collegamenti che garantivano lo scambio tra acqua e area abitata.[12]

L’Adige presso il romano ponte Pietra

Caratteristici erano i mulini, costruiti su di una piattaforma o pontone galleggiante, in modo da potersi adattare al variare del livello delle acque. Sul pontone si trovavano la ruota a pale e un capanno di legno che ospitava la macina, mentre un ponticello detto peagno li collegava alla riva. Documentati fin dal Medioevo, molti di essi erano controllati dai vari monasteri locali, che anticamente avevano il diritto di sfruttamento delle acque del fiume; gruppi di mulini si trovavano in particolare presso San Zeno, San Giorgio in Braida e a Sottoriva. Il loro numero aumentò nei secoli fino a superare le 400 unità nel corso del XIX secolo, per poi calare sensibilmente a causa della crescente industrializzazione di Verona, fino alla totale scomparsa all’inizio del Novecento.[13]

La piena del 16 settembre 1882, che invase buona parte della città distruggendo centinaia di case, due ponti e causando diverse vittime, costrinse a modificare profondamente l’assetto dei corsi d’acqua; molte di queste opere furono costruite nel periodo 1882-1895 e mutarono per sempre l’aspetto della città. L’alveo dell’Adige fu ampliato e ripulito, vennero edificati i cosiddetti muraglioni lungo tutta la città mentre furono chiusi l’Adigetto e il ramo dell’Acqua Morta. Per deviare una parte delle acque si realizzò il canale industriale Camuzzoni (dedicato all’omonimo sindaco in carica dal 1867 al 1883), che partendo da Chievo (dove nel 1923 sarà realizzato anche un ponte-diga) percorre 7,5 km in direzione sud-est fino a rientrare nell’Adige a valle della città.[14][15]

Storia[modifica | modifica sorgente]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Storia di Verona.

Fondazione[modifica | modifica sorgente]

Statuetta bronzea del VIII secolo a.C. raffigurante un guerriero, importato dai Veneti e utilizzato come corredo funebre[16]

L’area su cui sorge Verona è stata abitata fin dal neolitico, quando si ebbe la probabile presenza di un villaggio presso la zona meridionale di colle San Pietro, lungo il corso dell’Adige, uno dei pochi punti guadabili del fiume.[17] Quella del colle San Pietro è in effetti un’area ricca di reperti, e vi sono stati trovati addirittura i resti delle case che formavano l’antico villaggio.[18] In epoca protostorica nel veronese giunsero i Galli Cenomani, che si stanziarono a ovest, sino al corso dell’Adige, e molto probabilmente il villaggio collinare fu abitato insieme dai Cenomani e dai Veneti.[19]

Gli storici latini hanno accreditato a EuganeiRetiVenetiEtruschi o Galli Cenomani le origini di Verona: lo storico Polibio afferma che ai suoi tempi (II secolo a.C.) era ancora numerosa l’etnia venetica tra la popolazione della città, e infatti la presenza veneta è ben documentata, in particolare presso il colle San Pietro, e su questa sua affermazione si basa l’ipotesi della fondazione veneta;[20] l’ipotesi della fondazione da parte dei Reti e insieme degli Euganei è stata invece formulata da Plinio il Vecchio[21] (dei primi tra l’altro la presenza è accertata dai numerosi ritrovamenti nel territorio veronese delle loro ceramiche); quella da parte dei Galli Cenomani fu invece sostenuta da Tito Livio.[22]

Storia antica[modifica | modifica sorgente]

Il romano Arco dei Gavi

I primi contatti fra Roma e Verona sono documentati intorno al III secolo a.C.: vi furono subito rapporti di amicizia e alleanza. Probabilmente i primi contatti furono nel 390 a.C., quando i Galli di Brenno invasero la stessa Roma: forse grazie a un’azione diversiva dei Veneti, i Galli potrebbero essere stati costretti a venire a patti con i Romani.[23] Galli Cenomani e Veneti aiutarono più volte i Romani, anche nella conquista della Gallia cisalpina.[24]. Nel 174 a.C., a seguito della sottomissione della Gallia cisalpina e dell’inizio di un nuovo periodo di colonizzazione della pianura Padana, cominciò a rivelarsi la grande importanza strategica di Verona. Il senato romano richiese a Cenomani e Veneti l’ampliamento del castrum fortificato che essi gli avevano concesso sul colle San Pietro, mentre coloni romani e popolazioni indigene ponevano le basi per l’edificazione di una nuova città all’interno dell’ansa dell’Adige.

Grazie a Cesare Verona ottenne, nel 49 a.C., la cittadinanza romana e, tramite la Lex Roscia, le venne attribuito il rango di municipium e concesso un agro di ben 3.700 km²: il municipio poté quindi fregiarsi del nome di Res publica Veronensium.[25]

Durante il periodo repubblicano Verona si sviluppò e la sua economia andò a rafforzarsi: in questo periodo la città, ormai spostata nell’ansa dell’Adige, cominciò a ingrandirsi e ammodernarsi. Durante il periodo imperiale la città divenne un nodo strategico ancora più importante, poiché fu utilizzata come base temporanea per le legioni. Sotto l’imperatore Vespasiano la città raggiunse l’apice della ricchezza e dello splendore: l’ultima grande opera, nel I secolo, fu l’Arena, costruita poiché la città, che aveva ormai superato i 25.000 abitanti[26], aveva bisogno di un grande edificio per permettere a tutti gli abitanti di assistere agli spettacoli.

Verona si trovò poi investita anche dalle invasioni barbariche, essendo il primo baluardo dell’Italia alle discese dal nord Europa. Per questo l’imperatore Gallieno, nel 265, fece allargare le mura della città fino a includervi l’Arena, fortificandola in soli sette mesi.

Storia medievale[modifica | modifica sorgente]

Il Duomo di Verona, nato dalle ceneri di due chiese paleocristiane crollate durante il terremoto del 1117, realizzato instile romanico

Sotto Teodorico il Grande, in Germania conosciuto come Dietrich von Bern, cioè Teodorico di Verona,[27] Verona divenne un centro militare di primaria importanza e fu la sede preferita del re: Teodorico restituì alla città il suo antico splendore e rialzò le mura semidistrutte dalle precedenti incursioni barbariche. Successivamente i Longobardi interruppero il breve dominio bizantino (ripristinato in seguito alla sconfitta degli Ostrogoti nella Guerra gotica) sulla città, che fu capitale d’Italia[28] sino al 571, quando la sede della corte longobarda fu spostata a Pavia. Verona rimase comunque capitale di unimportante ducato longobardo e una delle principali città della Langobardia Maior accanto a MilanoCividale e Pavia. A Verona il 15 maggio 589 fu celebrato il matrimonio tra Autari, re dei Longobardi, e la cattolica Teodolinda, figlia del Duca dei Bavari.

Il dominio dei Longobardi su Verona e gran parte dell’Italia durò ancora per quasi due secoli, fino alla calata dei Franchi. E proprio a Verona, nel 774,Carlo Magno venne a capo dell’ultima resistenza dei Longobardi, guidata dal figlio di DesiderioAdelchi: il principe cercò rifugio all’interno della città, prima di essere costretto alla fuga, segnando la fine del Regno longobardo. Alla caduta dei Longobardi corrispose la nascita dell’Impero carolingio con l’incoronazione di Carlo Magno (800); questi assegnò al figlio Pipino la parte longobarda dell’Impero. La città fu spesso meta degli imperatori carolingi, che vi soggiornarono anche per lunghi periodi, e ospitò numerose diete.

Negli anni successivi al 1000 l’Italia settentrionale fu sconvolta da numerose guerre, ma Verona rimase sempre fedele agli imperatori del Sacro Romano Impero durante tutta la lunga lotta per le investiture con il Papato. La nascita del Comune si ebbe nel 1136 con l’elezione dei primi consoli, mentre andavano delineandosi due partiti che in seguito sarebbero state chiamati dei guelfi e dei ghibellini. Verona fu in un primo tempo particolarmente colpita dalla lotta tra queste due fazioni, anche perché nel contado si trovavano le maggiori forze del partito guelfo (con massimi esponenti i conti diSambonifacio), mentre la città era prevalentemente ghibellina (tra i maggiori esponenti i Montecchi, resi famosi dal dramma Romeo e Giulietta di Shakespeare)[29].

Verona fu anche sede papale per cinque anni. Papa Lucio III nel 1181 stabilì in città la Curia Pontificia e alla sua morte, nel 1185, venne sepolto nel coro del Duomo. Nel Conclave che si tenne a Verona nello stesso anno fu eletto Papa Urbano III. Urbano era risoluto a scomunicare l’imperatore Federico Barbarossa ma i veronesi, temendo ritorsioni da parte di Federico, protestarono contro un tale procedimento preso all’interno delle loro mura al punto che Urbano, nel 1186, decise di trasferirsi insieme alla Curia a Ferrara, dove morì pochi mesi dopo.

Le continue dispute tra le fazioni avverse vennero infine a cessare nel 1223, quando Ezzelino III da Romano ottenne il potere su Verona. All’inizio la reggenza ezzeliniana fu pacifica, ma, dopo voci insistenti di un attacco guelfo, egli fece imprigionare numerosi esponenti guelfi della città e riuscì ad ottenere il titolo di “vicario imperiale in Italia”: da quel momento iniziò un lungo periodo di battaglie e di saccheggi di città e castelli guelfi, che cercavano di tenergli testa. Lo stesso imperatore Federico II, che gli concesse il vicariato, cominciò a preoccuparsi della prepotenza di Ezzelino III, ma questi continuò nell’opera di espansione territoriale, e perfino papa Alessandro IV promosse una crociata contro Ezzelino, che infine venne catturato, e morì poco dopo. Alla sua morte Verona fu l’unica città sotto il suo dominio a non finire in mano ai guelfi.

Le arche scaligere, luogo in cui riposano alcuni dei Signori di Verona

A Verona infatti la fazione ghibellina mantenne il potere e, con Mastino I della Scala, la città passò in forma non traumatica da Comune a Signoria. Fu in particolare con Cangrande I della Scala, signore illuminato e rispettato, che la città riscoprì un nuovo periodo di splendore e importanza, tanto che Dantededicò a lui l’intera cantica del Paradiso nella Divina Commedia. Il suo potere si estese su buona parte dell’Italia settentrionale: divenne signore di Verona, VicenzaPadovaBellunoFeltreMonseliceBassanoTreviso, oltre che vicario imperiale di Mantova e capo della fazione ghibellina in Italia.[30]Cangrande però morì a soli 38 anni, secondo la tradizione a causa di una congestione presa bevendo da una fonte fredda in occasione della conquista di Treviso.[31] La prematura e inaspettata morte di Cangrande della Scala lasciò la Signoria senza discendenti diretti e il potere venne preso dal nipoteMastino II della Scala, che, con l’acquisizione di Lucca, allargò la signoria fino sul Mar Tirreno. Tale espansione territoriale preoccupò gli stati confinanti e provocò la formazione di una lega promossa dalla Repubblica di Venezia a cui aderirono ViscontiCarraresiEstensi e Gonzaga, contro i quali l’esercito veronese combatté due grandi battaglie prima della resa definitiva.[32] La Signoria scaligera subì quindi un ridimensionamento territoriale e venne indebolita da discordie fra le famiglie influenti. Essa venne infine occupata dai Visconti. Il dominio visconteo fu rigido ma di breve durata, e, approfittando della morte di Gian Galeazzo ViscontiFrancesco da Carrara, con l’aiuto di fuoriusciti scaligeri tra cui Guglielmo della Scala, entrò in città nella notte tra il 7 e l’8 aprile 1404. Pochi giorni dopo, il 17 aprile, Guglielmo della Scala morì in circostanze non chiarite e Francesco da Carrara il 24 maggio 1404 si proclamò Signore di Verona.[33] Venezia approfittò del malcontento dei veronesi e dei disordini che continuavano dentro la città, così il suo esercito, aiutato in parte anche dalla cittadinanza,[34] il 22 giugno 1405, riuscì a entrare in città e a chiudere la breve parentesi Carrarese.

Storia moderna[modifica | modifica sorgente]

L’assalto di Castelvecchio durante la rivolta antifrancese delle Pasque Veronesi

Il 24 giugno 1405 vi fu la dedizione di Verona a Venezia,[35] sotto cui la città godette di un lungo periodo di pace che si perpetuò sino al 1501, quando laRepubblica Veneta venne attaccata dalle potenze della lega di Cambrai. Conclusasi la guerra della Santa Alleanza, ricominciò per Verona un nuovo periodo di pace che sarebbe finito non per la guerra, ma per una malattia devastante: la peste, portata in Italia nel 1630 da soldati tedeschi. La città era piena di corpi che venivano bruciati o gettati nell’Adige per mancanza di spazio. Per la città fu un vero disastro: basti pensare che nel 1626 erano stati censiti 53.333 abitanti, che si erano ridotti a 20.738 alla fine del contagio[36]: morì dunque ben più della metà della popolazione. Il numero di abitanti tornò a un livello simile solo alla fine del Settecento (nel 1793 erano 49.000).[37] Il XVI secolo vide comunque un rifiorire dell’economia e la costruzione di chiese e di palazzi importanti, di cui uno degli artefici più importanti fu l’architetto Michele Sammicheli. In questo periodo di rinascita artistica e culturale nacque anche la famosa tecnica dei concerti di campane alla veronese, oltre a decine di accademie che determinarono un fiorire di attività culturali di dimensione europea.

Nel maggio del 1796, durante la Campagna d’Italia, gli austriaci vennero sconfitti in Piemonte dal generale Napoleone Bonaparte, e dovettero darsi a una precipitosa ritirata sino al Trentino, mentre Napoleone e le idee rivoluzionarie francesi andavano a sconvolgere la tranquillità dei veronesi: gli austriaci in ritirata infatti occuparono Peschiera, violando la neutralità veneta, e Napoleone ne approfittò per occupare a sua volta Peschiera e per entrare successivamente a Verona.

Storia contemporanea[modifica | modifica sorgente]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Verona austriaca e Prima industrializzazione di Verona.

Le officine ferroviarie veronesi presso lastazione di Verona Porta Vescovo, fino al 1866 la più grande industria nell’area veronese

Nel 1797 Napoleone, con il Trattato di Campoformio, cedette la città agli austriaci, dopo che la stessa aveva tentato una coraggiosa rivolta antifrancese, le Pasque Veronesi, durante la quale i veronesi mostrarono il loro valore contrastando le incursioni di pattuglie francesi e sopportando il cannoneggiamento della città, che non riuscì però a resistere all’assedio di 15.000 soldati. Alla fine le morti francesi ammontarono a 500 soldati,[38] i feriti furono circa un migliaio, e i prigionieri 2.400 (di cui 500 soldati e 1.900 loro famigliari).[39] Dunque dei 3.000 soldati francesi di guarnigione al momento della rivolta[40] circa mille (tra morti e prigionieri) furono messi fuori combattimento. Col successivo Trattato di Lunéville Verona venne divisa in due lungo il corso dell’Adige: la parte destra ai francesi, la sinistra (che i francesi chiamarono dispregiativamente Veronette, da cui il nome Veronetta[41]) agli austriaci, e così rimase fino al 1805 quando questi ultimi cedettero l’intero Veneto alla Francia. Con il Congresso di Vienna del 1815 Verona passò stabilmente in mano austriaca e lo resterà fino al 1866, diventando il vertice strategicamente più importante del Quadrilatero, area di maggiore importanza militare nella strategia asburgica, il quale doveva fungere da cuscinetto contro gli assalti dei Piemontesi, che miravano alla conquista delLombardo-Veneto austriaco.

La storia di Verona italiana ebbe inizio il 16 ottobre 1866 con la conquista del Veneto da parte dei Savoia a seguito della terza guerra di indipendenza: di qui in avanti la città passò un periodo di relativa tranquillità, turbato però da una crisi economica che durò fin dopo la seconda guerra mondiale e che ebbe come principale conseguenza l’emigrazione di centinaia di migliaia di veronesi.[42] Nel 1882 Verona fu colpita da una tremenda alluvione, e l’Adige allagò buona parte della città, così, negli anni successivi, per proteggere la città da altre piene, vennero edificati i cosiddetti muraglioni, e la città dovette così rinunciare a uno dei suoi aspetti più caratteristici, di “città che viveva sull’acqua”.

Il bombardamento aereo da parte alleata del luglio 1944

Durissima fu la parentesi della seconda guerra mondiale, durante la quale fu una delle città più colpite dai bombardamenti, con 11.627 vani completamente distrutti e 8.347 gravemente danneggiati.[43] Dopo la caduta del fascismo Verona, sede di cinque ministeri e di importanti comandi tedeschi, era infatti diventata centro nevralgico della Repubblica Sociale Italiana.[44] Il processo di Verona, intentato contro Galeazzo Ciano e altri gerarchi fascisti, accusati di aver tramato con Badoglio per far arrestare Mussolini, decretò la loro esecuzione sommaria nel poligono di forte Procolo, non lontano dalle rive dell’Adige.

Toponimo[modifica | modifica sorgente]

L’origine del toponimo Verona è sconosciuta ma nel tempo sono state formulate diverse ipotesi sulla sua derivazione: esso potrebbe essere di origineveneta oppure di origine gallica, questa seconda ipotesi derivante dal fatto che il suffisso –ona è presente in molti nomi gallici. La teoria più interessante è però che il toponimo sia di origine etrusca in quanto vicino a Lamporecchio, in Toscana, esiste un luogo chiamato proprio Verona. Inoltre, nella stessa regione, esistono due luoghi detti Verone e Verrone e, non molto distante da questi, un Verǫlla (già Verunula). Questi toponimi sono tutti derivati da nomi di persona etruschi, è quindi possibile che pure la città scaligera abbia una nome di derivazione etrusca.[45]

Secondo una leggenda (raccolta dal cronista Galvano Fiamma) il mitico fondatore di Verona, il capo gallico Brenno, chiamò il nuovo centro abitato Vae Roma, cioè Maledetta Roma, che poi si trasformò in Verona.[46]

Simboli[modifica | modifica sorgente]

Stemma della signoria scaligera.

Lo stemma comunale nasce intorno alla metà del XIII secolo, quando Verona si presentava ancora come libero Comune, e il precedente stemma, portante croce biancain campo rosso, venne sostituito dal vessillo delle Arti veronesi, avente croce d’oro in campo azzurro, tutt’oggi i colori araldici di Verona.

Altro simbolo di Verona, che viene ripreso anche nello stemma della provincia, è il vessillo scaligero: quello più conosciuto vede una scala bianca, con quattro o cinque pioli, in campo rosso. Ci sono anche due varianti di quest’ultimo stemma, anche se oggi poco conosciute: una con due cani rampanti ai lati della scala, e uno con l’aquila imperiale in cima alla scala, assunto ufficialmente, quest’ultimo, da Alboino della Scala e Cangrande I della Scala in quanto vicari imperiali, carica assegnata dall’imperatore Enrico VII di Lussemburgo.[47]

Onorificenze[modifica | modifica sorgente]

Medaglia d'oro al valor civile - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d’oro al valor civile
«Per le coraggiose e filantropiche azioni, con evidente pericolo della vita, durante le inondazioni straordinarie dell’anno 1882»
— Verona, Bandiera del Municipio
Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d’oro al valor militare
«Città di millenarie tradizioni risorgimentali, pur vessata da eserciti nemici e lacerata da operazione militari, nel corso di cruenti combattimenti e nei periodi di servitù, in 20 mesi di lotta partigiana.Verona testimoniò, con il sangue dei suoi figli migliori, nelle prigioni e sui patiboli, il suo indomito spirito di libertà, eroicamente sostenuta da persone di ogni categoria sociali e associandosi idealmente a quei concittadini che, militari all’8 settembre 1943, si erano uniti ai resistenti locali in Francia, in Grecia, in Albania e in Jugoslavia. L’attività del Comitato di Liberazione nazionale rinvigorì le azioni di guerriglia in modo tale da suscitare sorveglianza e spionaggio delle varie polizie, tanto che, fatto eccezionale della lotta di Liberazione in Italia, uno a uno i suoi membri, tra il luglio e l’ottobre del 1944, vennero catturati, torturati ed inviati nei vari campi di sterminio, dai quali non tornarono. Il 17 luglio del 1944 un gruppo di partigiani penetrò nel carcere degli “Scalzi” con l’obiettivo di liberare dirigenti del movimento antifascista nazionale. Tale contributo di sangue, i bombardamenti, le persecuzioni, le distruzioni di interi paesi, sia nella pianura che nelle valli prealpine, non scalfirono ma rafforzarono la lotta della popolazione di Verona, degna protagonista del secondo Risorgimento Italiano.»
— Verona, settembre 1943-aprile 1945

Monumenti e luoghi d’interesse[modifica | modifica sorgente]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Monumenti di Verona.
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall’UNESCO Flag of UNESCO.svg
UNESCO World Heritage Site logo.svg Patrimonio dell’umanità
Città di Verona
(ENCity of Verona
Particolare arche scaligere.JPG
Tipo Architettonico
Criterio C (ii) (iv)
Pericolo Nessuna indicazione
Riconosciuto dal 2000
Scheda UNESCO (ENScheda
(FRScheda

Verona è una delle maggiori città d’arte d’Italia per le sue ricchezze artistiche e archeologiche. La città ha uno sviluppo complesso, ma due opere murarie ne accentuano la divisione tra parte romana e moderna (fino alla seconda metà dell’Ottocento): da una parte le mura romane che circondano il cuore della città tra porta Borsariporta Leoni e le mura di Gallieno, dall’altra la cosiddetta circonvallazione interna con fortilizi rinascimentali (completati sotto gli austriaci).

Nella Verona antica è sensibile l’opera restauratrice di Cangrande della Scala: il forte impatto visivo dato dal colore rosso dei mattoni degli splendidi palazzi gotici è temperato dal sapiente utilizzo dell’antico marmo bianco romano; opera, questa, frutto della politica scaligera di ritorno ideale ai fasti imperiali. Da qui la nuova urbs marmorea, rifulgente nel bianco lastricato di piazza delle Erbe, al centro della quale troneggia luminosa la fontana di Madonna Verona, composta di parti provenienti dalle antiche terme romane.

Epoca romana[modifica | modifica sorgente]

Verona presenta numerosi monumenti di epoca romana, costruiti tutti dopo il I secolo a.C., quando ci fu la ricostruzione della città all’interno dell’ansa dell’Adige. Il monumento più famoso in assoluto, diventato simbolo della città stessa, è l’Arena, il terzo anfiteatro romano in Italia per dimensione dopo il Colosseo e l’anfiteatro capuano,[48] ma il meglio conservato tra questi, tanto che viene utilizzato oggi per ospitare il famosofestival lirico areniano, oltre a numerosi concerti.

La romana Porta Borsari vista dall’esterno

Altro famoso monumento è il teatro romano, del I secolo a.C., ma tornato alla luce solo nel 1830, quando gli edifici che letteralmente lo ricoprivano vennero abbattuti. D’estate si tengono nel teatro una serie di spettacoli che prendono il nome di estate teatrale veronese.

Sono entrambe del I secolo d.C. le due porte romane che si aprivano nelle mura della città (mura di cui rimangono ancora visibili alcuni resti): porta Borsari e porta Leoni. Della prima è ben conservata tutta la facciata, mentre della seconda rimane solo metà della facciata interna. Un’altra porta romana è l’Arco dei Gavi, posto sulla via Postumia che portava verso il centro abitato, e dedicato ad alcuni membri della gensGavia.[49]

Sempre di epoca romana è il ponte Pietra, l’unico ponte romano ancora ben visibile della città, poiché delponte Postumio, crollato nel 1153, si può vedere oggi solo la base dei piloni durante le secche dell’Adige. Il ponte Pietra è composto da cinque archi, quattro dei quali furono fatti saltare nel 1945 dai tedeschi in ritirata, e vennero poi ricostruiti con le pietre recuperate dal fiume. Caratteristico e pittoresco è l’utilizzo di diversi materiali.

L’ala dell’Arena di Verona

Presso piazza Erbe, corrispondente all’antico foro romano, sono presenti nei sotterranei di numerosi edifici i tracciati di strade, fognature e i resti di case e di una basilica romana. Una parte di esse sono visibili lungo il percorso delcentro internazionale di fotografia Scavi Scaligeri, un museo sotterraneo creato dal recupero dell’area negli anni settanta, lavori intrapresi per poter dare un assetto definitivo ai numerosi resti archeologici romani e medioevali presenti nelle fondazioni della zona delpalazzo del Tribunale.

Epoca medioevale[modifica | modifica sorgente]

L’alto medioevo ha lasciato a Verona pochi ricordi, a causa del devastante terremoto del 3 gennaio 1117 che ebbe come epicentro proprio il veronese, e vide la città fortemente danneggiata. A causa del terremoto crollò addirittura parte dell’anello esterno dell’Arena, lasciandone in piedi solo una porzione, che fu danneggiata ulteriormente in un successivo terremoto nel 1183, creando così l’attuale suggestiva forma dell’Arena con la sua “ala”. Inoltre molti palazzi e quasi tutte le chiese, i monasteri e i monumenti vennero seriamente danneggiati, se non distrutti: questo fatto ha lasciato lo spazio per una forte diffusione del romanico come stile della ricostruzione.

I principali monumenti sono dunque databili successivamente al XII secolo. In particolare questo periodo vide un grande sviluppo di edifici di culto, il più famoso dei quali è forse la basilica di San Zeno, considerata uno dei capolavori del romanico in Italia, e legata all’omonima abbazia, di cui rimangono la torre e alcuni chiostri.[50]

Importante è anche il Duomo, il cui nome sarebbe più propriamente cattedrale di Santa Maria Matricolare, nato dalle ceneri di due chiese paleocristiane crollate per colpa del terremoto.

Epoca scaligera[modifica | modifica sorgente]

Quello scaligero è stato un periodo positivo per Verona sotto il profilo urbanistico: esso infatti ha visto la costruzione di molti edifici e monumenti tutt’oggi visibili. Il centro storico, (in particolare piazza Erbe, piazza dei signori e piazza San Zeno), presenta edifici nati durante la Signoria, come il palazzo del Podestà, che venne abitato certamente da Alberto I della Scala, e fu probabilmente adibito a dimora dei signori della città. Nel palazzo trovarono ospitalità anche molti uomini illustri, tra cui spiccano personalità di primo piano come Dante e Giotto, che durante il suo soggiorno eseguì, secondoGiorgio Vasari, alcuni ritratti di Cangrande I, che però sono andati perduti. Altro importante palazzo scaligero è il palazzo di Cansignorio, la cui costruzione venne decisa da Cansignorio, terminato probabilmente nel 1363. Questo edificio originariamente era un palazzo-fortezza, dotato di tre granditorri agli angoli del fabbricato. In alcuni scritti è chiamato anche Palazzo Grande, proprio per la sua imponenza. Del palazzo originario rimane un solo torrione, risistemato durante i lavori del 1882, mentre il resto dell’edificio risale al XVI secolo.

Importantissimo fu il sistema difensivo costruito dagli Scaligeri, che faceva perno su Castelvecchio, fatto costruire da Cangrande II della Scala insieme al ponte Scaligero. Il castello venne costruito tra il 1354 e il 1376, e concepito non tanto per la difesa della città da nemici, ma come difesa verso i cittadini stessi; infatti il ponte Scaligero originariamente aveva la funzione di facilitare un’eventuale fuga del signore verso la Germania, dove regnava il genero di Cangrande II,Ludovico il Bavaro. Il ponte Scaligero venne costruito nell’arco di tre anni, tra il 1354 e il 1356, e la sua robustezza gli consentì di passare indenne cinque secoli di storia, fino alla notte del 24 aprile 1945, quando, alla fine della seconda guerra mondiale, i tedeschi, per coprire la ritirata, fecero saltare tutti i ponti di Verona. La sua robustezza è dovuta all’ampiezza delle arcate e alla mole dei piloni, studiati in modo da resistere alla diversa forza d’urto dell’Adige nei vari punti dell’ansa: infatti verso Castelvecchio, dove passa la maggior mole d’acqua, l’arcata è più lunga rispetto alle altre due, e i piloni sono più grossi.[51] Castelvecchio ospita inoltre il più importante museo di Verona, il museo civico di Castelvecchio, uno dei più interessanti dell’arte italiana ed europea. Restaurato con criteri moderni, presenta circa trenta sale e diversi settori: sculturapittura italiana e straniera, armi antiche,ceramicheoreficerieminiature e le antiche campane cittadine.

Un importante edificio commissionato dagli scaligeri è la torre del Gardello, che segna una delle prime conquiste del progresso tecnologico meccanico: è infatti il primo orologio pubblico, consultabile da tutti. Non molto distante da questo sorgono le arche scaligere, un complesso funerario in stile gotico, destinate a contenere le arche (ovvero le tombe) dei più illustri rappresentanti della casata: racchiuse da un recinto in ferro battuto in cui ricorre il motivo della scala, simbolo della casata, i sarcofagi si trovano a terra o su piani rialzati. Le arche sono state indicate come uno dei più insigni e significativi monumenti dell’arte gotica. A esse adiacente si trova la chiesa di Santa Maria Antica, sopra al cui ingresso è posta la tomba diCangrande I della Scala: il sarcofago è sormontato da una statua equestre che ritrae il signore di Verona in atteggiamento sorridente (l’originale si trova al Museo di Castel Vecchio).

Epoca veneziana[modifica | modifica sorgente]

L’epoca della dominazione veneziana a Verona fu molto feconda soprattutto per l’edilizia privata e militare. In particolare, protagonista assoluto del XVI secolo fu l’architetto veronese Michele Sanmicheli, che abbellì Verona di numerosi palazzi, e venne scelto dalla Serenissima per la costruzione delle porte d’ingresso alla città. Porta Nuova è un esempio dello stile sanmicheliano: eretta tra il 1535 e il 1540, la sua posizione andava a generare l’importante corso Porta Nuova, che si conclude ai portoni della Bra. Le due facciate sono costruite in ordine dorico: quella verso la città intufo, mentre la facciata rivolta verso la campagna in pietra bianca. La porta è importante anche storicamente perché durante una serie di rivolte, dette Pasque Veronesi, contro le guarnigioni napoleoniche, rimasero intrappolati all’interno circa duecento soldati francesi, che avevano cercato di difendere la porta.

Ci fu successivamente anche la costruzione di porta Palio, tra il 1542 e il 1557, che, nonostante la minore importanza rispetto porta Nuova, appare più interessante sotto il profilo culturale e artistico: di pianta rettangolare, verso l’esterno presenta tre archi con colonne doriche, all’interno cinque archi, ognuno munito di due colonne. La facciata esterna riprende schemi compositivi desunti dal teatro romano di Verona.

Vi è poi Porta San Zeno, conclusa nel 1542, la cui facciata Sanmicheli ha interpretato come un arco di trionfo, con colonne di ordine ionico, e molte decorazioni (come medaglie, stemmi e fregi). In questo caso come materiale sono stati utilizzati, oltre a pietra bianca, anche mattoni rossi, molto utilizzati soprattutto negli edifici scaligeri.

Sempre opera del Sanmicheli sono palazzo Canossapalazzo Pompeipalazzo Bevilacqua, e palazzo Della Torre. Quest’ultimo, però, secondo alcuni critici è ritenuto opera di Domenico Curtoni nel XVII secolo. L’autore più probabile potrebbe essere però Bernardino Brugnoli, un parente del Sanmicheli, che lavorò spesso con lui, e dunque prese in parte il suo stile e la sua tecnica.

Palazzo Maffei e il leone marciano inpiazza Erbe.

Sicuramente opera di Michele Sanmicheli fu invece palazzo Canossa, costruito su commissione della famiglia dei marchesi di Canossa, una delle famiglie più antiche e illustri d’Italia. L’edificio ospitò tra l’altro, nel 1822, il celebre congresso di Verona, a cui parteciparono quasi tutti gli Stati d’Europa. Sanmicheli cercò di allineare, mediante la facciata monumentale, i fondali opposti di porta Borsari e dell’arco dei Gavi, dando un’impostazione scenografica alla via che permane tutt’oggi. Un soffitto fu affrescato dal famoso Tiepolo, ma è andato perduto durante i bombardamenti che colpirono la città durante la seconda guerra mondiale.

Palazzo Bevilacqua è uno dei palazzi più raffinati e ricchi di particolari della città, con una facciata realizzata in due ordini, quello inferiore più massiccio, e quello superiore maggiormente slanciato ed elegante. Il palazzo accoglieva celebri dipinti, tra cui La pietà della lacrima di Giovan Francesco Caroto, ilParadiso del Tintoretto, un ritratto di Donna con bambino di Paolo Veronese.

Palazzo Pompei segue lo stile neoclassico di Sanmicheli, e grazie alla donazione dai proprietari, alla loro morte, al comune di Verona del palazzo, l’edificio ospita oggi il museo civico di storia naturale, con oltre due milioni di reperti geologicipaleontologicizoologicipreistorici e di botanica.[52]

Il leone di San Marco, posto su una colonna in piazza delle Erbe, simbolo massimo della Verona veneziana.

Una storia particolare ha poi palazzo Turchi, commesso dal cavaliere Pio Turchi, e costruito pochi anni dopo la battaglia di Lepanto del 1571, dove la flotta della Serenissima sconfisse la flotta ottomana; Pio Turchi fu portavoce della comunità veronese alle grandi celebrazioni della vittoria a Venezia. Il palazzo era decorato da statue di personaggi turchi, facenti parte del bottino della battaglia di Lepanto, e ad alcune di queste venne decapitata la testa, che fu esposta in piazza delle Erbe, proprio nel luogo dove venivano solitamente mostrate le teste dei condannati a morte.

Altri palazzi, situati rispettivamente in piazza dei Signori e piazza Erbe, sono la loggia del Consiglio e palazzo Maffei. La loggia del Consiglio possiede colonne di marmo, molte sculture e affreschi, tra cui due altorilievi bronzei raffiguranti l’Arcangelo Gabriele e la Vergine Annunciata, tolti però nell’Ottocento. La loggia può considerarsi uno dei simboli maggiori del rinascimento veronese. Palazzo Maffei è un palazzo del XV secolo, ingrandito nel 1629 su decisione di Marcantonio Maffei. Costruito in stile barocco, è allo stesso tempo imponente ed elegante, su tre piani, con una facciata talmente bella da catturare l’attenzione del turista occasionale e non. Di fronte al palazzo si trova una colonna sormontata dal leone di San Marco, a cui i veronesi sono particolarmente legati.

Epoca austriaca[modifica | modifica sorgente]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Sistema difensivo di Verona e Verona austriaca.

L’entrata principale dell’arsenale Franz Josef I

Verona fu sotto servitù militare per tutto il periodo in cui vi fu la dominazione austriaca, per cui lo sviluppo edilizio privato fu scarso, a fronte però di un grande sviluppo delle strutture militari. In particolare furono ricostruiti e potenziati tutti i bastioni (che erano stati semidistrutti dai francesi) e venne creata ex novo un’impenetrabile rete di forti, in particolare a ovest della città (rivolti verso il crescente stato sabaudo) e sul colle San Pietro. Uno degli edifici che può riassumere il pensiero architettonico asburgico è l’arsenale Franz Josef I, gigantesco complesso militare, con un perimetro di 392 metri per 176 metri, e munito di numerose torri di guardia; composto da nove edifici, sul lato maggiore si trova l’edificio di comando, internamente si trovano tre isolati destinati agli uffici amministrativi e progettuali, e ai loro lati trovano posto magazzini e scuderie. L’arsenale si ispira all’architettura tedesca, ma anche allo stile neogotico, stili fino ad allora lontani alla realtà veronese, tanto che vennero utilizzati in parte mattoni rossi nella costruzione, materiale molto utilizzato nell’epoca scaligera, in modo da non allontanare troppo lo stile architettonico da quello cittadino.

Simile all’arsenale nell’architettura è il Castel San Pietro, una caserma ispirata in parte ai castelli tedeschi. Nell’edificio erano presenti le camerate per l’esercito, alloggi e uffici per gli ufficiali, depositi e officine. La caserma poteva essere utilizzata da due compagnie di fanteria e 32 artiglieri, per un totale di 460 soldati. Il piazzale davanti a castel San Pietro poteva essere utilizzato dall’artiglieria per colpire la città dall’alto in caso di guerra (o rivolta).

La Gran Guardia, iniziata dai veneziani e conclusa dagli austriaci

Due palazzi importanti, costruiti inizialmente a uso civile e per chiudere piazza Bra, anche se poi utilizzati dall’esercito asburgico, sono il palazzo della Gran Guardia e palazzo Barbieri, originariamente chiamato Palazzo della Gran Guardia Nuova. La costruzione del palazzo della Gran Guardia è stata molto lunga e travagliata, iniziata già nel XVII secolo. Nel 1848 i lavori erano ancora in corso, e furono fermati perché l’edificio venne utilizzato dall’esercito austriaco durante la prima guerra d’indipendenza. La Gran Guardia fu finalmente conclusa nel 1853. Grazie alla sua mole e alla sua forma è riuscita a tenere testa all’Arena, che si trova a poche decine di metri di distanza, oltre i giardini di piazza Bra. Palazzo Barbieri è un edificio in stile neoclassico progettato dall’ingegnere Giuseppe Barbieri; la sua costruzione iniziò nel 1836 e venne portata a termine nel 1848. Durante l’occupazione austriaca il palazzo fu adibito prevalentemente a usi bellici e solo dopo l’unione del Veneto alRegno d’Italia si scelse, per la sua importanza e la sua centralità, di destinarlo a sede degli uffici comunali.

Edificio molto importante è il Teatro Nuovo, inaugurato il 12 settembre 1846, con la rappresentazione dell’Attila di Verdi. Nel teatro si svolsero numerosi episodi di insofferenza verso il dominio austriaco: il primo, già all’inaugurazione del teatro, vide il veronese Vittorio Merighi comporre un sonettopatriottico dedicato alla prima donna dello spettacolo, che entusiasmò il pubblico. Questo fatto portò disagio alla polizia austriaca (che nemmeno si era accorta dell’accaduto), dato che il componimento riportava:

« Donna, il vento ora mugge, e la procella
gravida rota, e tuon freme che intima
ad Austria morte, e Italia a vita appella »

Alla chiusura della stagione teatrale vi fu una nuova dimostrazione. Merighi si beffò nuovamente della polizia: scrisse una nuova ode, praticamente un inno all’Italia personificata e contro lo Straniero, che codardo e maligno ha perenne sull’Italia il sogghigno. Il giornale di Verona, controllato dalla polizia austriaca, non poté negare l’accaduto, ma non spiegò nemmeno il vero motivo dell’entusiasmo e il contenuto dell’ode. Il 18 marzo 1848 giunse a Verona ad assistere a un dramma nel Teatro Nuovo addirittura il viceré del Regno Lombardo-Veneto, e la polizia, per creare consenso, divulgò la voce che era venuto a portare vantaggi alla città. Lo stesso giorno arrivò la notizia che Vienna stava insorgendo, che Metternich era fuggito, e l’imperatore Ferdinando I aveva dovuto concedere la Costituzione. L’annuncio si sparse per Verona, e la cittadinanza si radunò al Teatro Nuovo durante lo spettacolo. Le cronache raccontano di un vero delirio, e di una folla festosa e inneggiante all’Italia e a Pio IX. Il teatro venne per questo chiuso sino alla fine del 1849.[53]

Epoca moderna[modifica | modifica sorgente]

Essendo Verona diventata una delle città simbolo dell’amore perché vi è ambientata la tragedia “Giulietta e Romeo”, si è cercato di ricostruire quali potessero essere le due case delle abitazioni degli amanti e la presunta “Casa di Giulietta” è frutto di un pellegrinaggio ininterrotto di turisti, tanto da farne il maggior luogo d’attrazione turistica di Verona.

Società[modifica | modifica sorgente]

Evoluzione demografica[modifica | modifica sorgente]

Palazzo Barbieri, sede del Comune di Verona

Del periodo antico e medievale sono presenti solo calcoli approssimati circa la popolazione residente nella città di Verona: si è stimato che la popolazione nella Verona del I secolo d.C. si attestava sui 25.000 abitanti, scesi poi ai circa 10.000 abitanti nella Verona dei primi anni 1000. Dati certi si hanno invece a partire dal 1472: questi mostrano come la crescita della popolazione, invece di seguire uno sviluppo regolare nel tempo, procedette attraverso sbalzi intermittenti con aumenti e cali (anche repentini) del numero di abitanti. Le cause principali di queste oscillazioni sono le calamità che colpirono la città (malattie, esondazioni dell’Adige), le guerre e le depressioni economiche.[54]

A partire dal 1472 vi furono principalmente due momenti in cui avvenne un drastico e repentino calo della popolazione. Tra il 1501 e il 1514, quando la popolazione scese da 50.084 abitanti a 31.184 abitanti,[55] con un calo del 37,7% della popolazione, a causa della pestilenze (1511 e 1512) e delle pesti (1510 e 1511) che colpirono in quegli anni la città.[56] Ancora maggiore fu il calo dopo l’ultima grande peste che colpì l’Italia settentrionale nel 1630:[56] se nel 1630 Verona contava 53.036 abitanti, solamente l’anno successivo la popolazione era scesa a 20.987 abitanti, con un calo del 69,4% della popolazione.[55]

Verificando i dati raccolti durante i censimenti generali sulla popolazione residente a Verona si può osservare che dal 1871 (anno del primo censimento nel Veneto) fino al 1936 (unico anno in cui vi è un censimento intermedio) la popolazione cresce abbastanza stabilmente, mentre a partire dalla fine della seconda guerra mondiale vi è stato un rapidissimo incremento della popolazione, che passa dalle 178.415 unità del 1951 alle 266.205 unità del 1971, con una crescita di quasi il 50% in soli venti anni. Dal 1971 al 2001 vi è stata invece una leggera flessione, e la popolazione residente è scesa a 253.208 abitanti (contemporaneamente però vi fu una grande crescita della popolazione residente nell’area metropolitana).

Dal 2001, anche grazie all’aumento degli stranieri immigrati, vi è stato invece un aumento costante dei residenti, che sono tornati al livello del 1971.

In questo lungo arco temporale l’area urbana si è trasformata, e dalla città racchiusa all’interno della cerchia muraria si è giunti ad un’area metropolitana di 714.274 abitanti ed estesa su 1.426 km², grazie alla progressiva incorporazione di piccoli comuni che circondano la città che ormai vanno a formare con essa un complesso tessuto urbanistico.[57][58]

Abitanti censiti

Abitanti censiti[59]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica sorgente]

Come molti altri centri dell’Italia settentrionale, nel XXI secolo Verona è diventata una città multietnica con una presenza significativa di cittadini provenienti dall’estero: il 31 gennaio 2011 nel comune risiedevano 264.161 abitanti[60] di cui 37.972 stranieri[61], che quindi rappresentavano il 14,4% della popolazione totale.

Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[61]:

  1. Romania, 8.449
  2. Sri Lanka, 6.734
  3. Moldavia, 3.657
  4. Marocco, 1.989
  5. Nigeria, 1.951
  6. Albania , 1.712
  7. Cina, 1.582
  8. Ghana, 1.333
  9. Brasile, 940
  10. Tunisia , 738

Lingue e dialetti[modifica | modifica sorgente]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Dialetto veronese e Lingua veneta.

Nella biblioteca Capitolare è custodito uno dei primissimi scritti che attestano gli inizi del nostro volgare e del dialetto locale: l’indovinello veronese (IX secolo), ritenuto il primo testo in lingua volgare romanza.

Quello di Verona è un dialetto della lingua veneta, come tutti i dialetti del nord Italia, derivato dalle parlate galloromanze come volgarizzazione del latino. Il sostrato celtico preistorico[senza fonte], moderato dall’influenza del latino classico, ritornò a manifestarsi col declino e la caduta dell’Impero romano d’Occidente, poi con la presenza franca e nel tardo medioevo, con l’opera dei trovatoriprovenzali e dei loro imitatori locali (XIII secolo). Uno dei primi esempi di produzione letteraria in volgare veronese è costituito da due poemetti in versi alessandrini, il De Babilonia civitate infernali e il De Jerusalemi celesti, composti da un frate francescano detto Giacomino da Verona.

Terra di conquista (come tutto il Nord Italia) e sulla principale via di comunicazione con la Germania, il veronese ha subito nei secoli soprattutto l’influenza tedesche (dominazione asburgica) e una influenza francese breve, ma apportatrice di molte novità, nell’epoca napoleonica (dominazione napoleonica). Nel corso del Novecento la produzione poetica in dialetto veronese ha ricevuto nuova linfa grazie all’opera di poeti come Berto Barbarani e Tolo da Re.

Solitamente il veronese è classificato come una variante del veneto, di cui condivide molte strutture grammaticali, come il pronome clitico obbligatorio (lu el dise, mentre in italiano è lui dice); tuttavia, a causa della peculiare collocazione geografica al confine tra Veneto e Lombardia, esso ha assorbito sia elementi veneti che lombardi, e si discosta perciò significativamente sia dalle parlate bresciane e mantovane a ovest, sia da quelle vicentine e padovane a est (con le quali è comunque altamente intelligibile), sia da quelle trentine a nord come da quelle rodigine a sud (che, ancorché venete, risentono per l’Alto polesine, cioè la zona posta tra il veronese ed il ferrarese, dei periodi di dominio ferrarese, oltre che della stretta vicinanza con la città di Ferrara).

Cultura[modifica | modifica sorgente]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Folclore veronese.

Lunetta del Duomo di Verona, opera diNiccolò

Madonna della quercia opera di Girolamo dai Libri

L’aretino Giorgio Vasari scrisse nel suo trattato Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori che si come è vero che la città di Verona, per sito, costumi, ed altre parti è molto simile a Firenze, così è vero che in essa, come in questa, sono fioriti sempre bellissimi ingegni in tutte le professioni più rare e lodevoli. La città veneta venne vista dal Vasari come città simile alla sua Firenze dal punto di vista geografico, in quanto ambedue poste tra collina e pianura, urbanistico, entrambe infatti divise in due da un fiume, ma soprattutto per costumi, fioritura artistica e vivacità intellettuale. Egli vide nella città, romanica, gotica, ma anche classica e monumentale, il contraltare all’egemonia veneziana, ed effettivamente notevoli sono le differenze tra Verona e Venezia nonostante il dominio di quest’ultima sia durato nella città scaligera per ben quattro secoli: l’arte e l’architettura veneziana fanno pensare all’Oriente ortodosso, a delle origini bizantine e quindi greche, mentre Verona, distante solamente un centinaio di chilometri, colpisce per le mastodontiche chiese romaniche e gotiche, espressione di un’arte occidentale.[62]

A Verona lavorarono nei secoli numerosi artisti, veronesi e non. Nel XII secolo lo scultore romanico Niccolò portò nella città una nuova arte, occidentale e romanza: è in questo periodo che si sviluppa la Verona romanica, mentre sotto la signoria scaligera la città sviluppò e mantenne a lungo un aspetto gotico e araldico, con uno stile che raggiunse la massima espressione nel Castelvecchio (e soprattutto nel suo monumentale ponte) e nelle Arche scaligere. La civiltà pittorica veronese vide dal Trecento attivi artisti come l’Altichiero, e, nel Quattrocento, personalità come Stefano da Zevio, e soprattutto il Pisanello, uno dei massimi esponenti italiani del Gotico internazionale. Più tardi, durante il Rinascimento, lavorarono Domenico Morone e il figlio Francesco Morone, oltre all’ecletticoGiovan Francesco Caroto e Girolamo dai Libri. L’arte veronese mantenne costantemente delle peculiarità che la rendono riconoscibile dall’arte portata da Venezia nei domini di Terraferma, grazie all’opera di artisti come il VeroneseTiepoloAlessandro Turchi, e più tardi Giambettino Cignaroli e Angelo Dall’Oca Bianca, tanto che è lecito parlare di una “scuola veronese”.[63]

In fair Verona[modifica | modifica sorgente]

Il famoso balcone fotografato dalla statua di Giulietta

« Non c’è mondo per me aldilà delle mura di Verona: c’è solo purgatorio, c’è tortura, lo stesso inferno; bandito da qui, è come fossi bandito dal mondo, e l’esilio dal mondo vuol dir morte. »
(William ShakespeareRomeo e Giulietta, atto III, scena III)

Anche grazie a William Shakespeare Verona è oggi una città ampiamente conosciuta e ammirata nel mondo, e proprio in funzione shakespeariana sono presenti nel mondo ben 27 località di nome Verona:[64] le varie Verona statunitensi, canadesi e australiane nascono dalle sue opere. Shakespeare non visitò mai Verona ma la conobbe attraverso scritti di Luigi da PortoMasuccio Salernitano e Matteo Bandello, che lo ispirarono per la sua opera più famosa, la tragedia di Romeo e Giulietta. Il Bardo aveva probabilmente un rapporto particolare con l’immagine che si era creato della città, tanto che è menzionata anche ne I due gentiluomini di Verona e La bisbetica domata.

Già il famoso poeta George Byron attesta l’importanza del ruolo avuto da William Shakespeare nel plasmare la fama della città nel mondo. Nelle sue lettere il poeta sottolineava come i veronesi sostenessero con ostinazione l’autenticità della storia di Romeo e Giulietta, d’altronde la rivendicazione della veridicità della leggenda e l’identificazione dei luoghi dove la vicenda si sarebbe svolta erano cominciate già molto tempo prima: il primo luogo a essere “riscoperto” fu la tomba dei due amanti, identificato nel Cinquecento in un sepolcro vuoto in marmo rosso veronese, nei pressi di un convento. Furono molti i nomi famosi che resero omaggio ai due amanti in questo luogo, tra cui Madame de StaëlMaria Luigia d’AustriaHeinrich HeineCharles Dickens e lo stesso George Byron.[65] Le tomba venne spostata prima dall’orto del convento al chiostro e nel 1868 al coperto, ma la sua sistemazione definitiva si ebbe solo nel 1937 grazie all’opera diAntonio Avena: essa venne spostata all’interno di una loggia in Romanico veronese che venne risistemata in chiave scenografica con l’utilizzo di due vani sotterranei trasformati in una cripta gotica.[66]

Contemporaneamente vi fu la sistemazione della casa di Giulietta, identificata in una casa medievale dotata dello stemma di un cappello, dimora della famiglia Capuleti, che Charles Dickens descrive nelle Pictures from Italy come un miserabile alberguccio. In effetti a seguito dei rimaneggiamenti sette-ottocenteschi risultava essere diventata una casa popolare a ringhiera, anche se la stretta facciata in cotto evocava ancora il Medioevo. Così Antonio Avena fece impiego di materiale di spoglio e andò a inserire un nuovo balcone costituito da un lastrone di marmo che era in stato di abbandono nel cortile del Castelvecchio. La spregiudicata opera di restauro fece diventare la casa di Giulietta nuova immagine simbolo di Verona, insieme all’Arena.[67]

L’ultimo luogo in ordine cronologico a essere riconosciuto è la casa di Romeo, la quale mostra ancora oggi intatta la sua natura e aspetto di casa fortificata, appartenuto ai Nogarola, amici fidati degli Scaligeri, e posto accanto alle Arche scaligere, dove riposa anche Bartolomeo I della Scala, sotto il cui dominio si sarebbe svolta la vicenda secondo Luigi da Porto. Più che i singoli luoghi legati alla tragedia però è l’idea della splendente Verona medievale in cui si sarebbe svolta la vicenda di cui si sono innamorati turisti, spettatori e lettori, il cui profumo si respira ancora tra le strette e folcloristiche vie del centro.[68]

Sono comunque effettivamente esistite a Verona due famiglie di nome Montecchi e Capuleti (o Cappelletti): i Montecchi, importanti mercanti veronesi, furono coinvolti in lotte sanguinose per il controllo del potere a Verona, anche se non si hanno notizie di rivalità con la famiglia dei Capuleti. Si ha invece conoscenza della presenza dei Capuleti fino agli anni della permanenza di Dante a Verona, nell’attuale casa di Giulietta, dove la loro presenza è testimoniata dallo stemma del cappello sulla chiave di volta dell’arco nel cortile dell’edificio, dove, a inizio Novecento, è stato ricostruito il famoso balcone: quindi la casa di Giulietta è la reale casa dei Capuleti, anche se la storia d’amore è frutto della fantasia shakespeariana.[29]

Urbs Marmorea[modifica | modifica sorgente]

La statua di Madonna Verona con il piedistallo portante la frase Marmorei Verona
La statua di Madonna Verona con il piedistallo portante la frase Marmorei Verona
La statua di Madonna Verona con il piedistallo portante la fraseMarmorei Verona

Già il Versus de Verona insiste sull’ampio uso della pietra nell’arredo urbano, uso che sta alla base della motivazione per cui nel Medioevo Verona venne dettaMarmora o Marmorina, denominazione che compare già all’inizio del XIII secolo nel poema franco-veneto Uggeri il Danese. L’appellativo trae origine dai numerosi edifici e monumenti in pietra, costruzioni che negli stranieri dovevano suscitare una certa soggezione o impressione:[69] l’Arena di Verona, il teatro romano, leporte Borsari e Leoni, l’arco dei Gavi, l’arco di Giove Ammone (oggi non più presente, poiché è andato distrutto nel XVII secolo), e numerosi edifici romani che fino al XV secolo sono stati in parte conservati, ma anche i palazzi costruiti da Teodorico da Verona o in epoca comunale.[70]

Nel poema De Scaligerorum origine di Ferreto de’ Ferreti compare l’appellativo marmoris urbs, mentre Cangrande I della Scala viene anche chiamato marmoreus dux. Nello stesso periodo, nel trattato Delle rime volgari di Antonio da Tempo Verona viene indicata come vicus MarmorisGiovanni Boccaccio fa svolgere buona parte della storia d’amore di Florio e Biancifiore (protagonisti del Filocolo) nella città di Marmorina, nome che dà a Verona, di cui fornisce vari elementi per identificarla.[71]

In particolare, durante la Signoria di Cansignorio della Scala, l’appellativo urbs marmorea divenne simbolo della città. Simbolo maggiore divenne la fontana diMadonna Verona (in realtà una statua romana), eretta nel 1368: la parte inferiore del piedistallo è formato da quattro teste coronate con le rispettive iscrizioni, di cui una ancora decifrabile, nonostante l’usura del tempo: (MAR)MOREI VERONA. Due anni dopo lo scaligero fece sopraelevare la torre del Gardello collocandovi il primo orologio pubblico cittadino. Presso la torre è visibile una epigrafe:

« Tempore, marmoream
quo Cansignorius urbem rexit
lege pius, turrim distinxit et horas.
Scaliger, aeternis titulis qui digna peregit,
bis septem lustris anni in mille trecentis. »

E sempre opera di Cansignorio fu il ponte delle Navi, in cui un’iscrizione ricordava la paternità (il ponte originale è andato distrutto) e che egli aurea marmoree genti qui secula duxit, ovvero che ricondusse al popolo marmoreo il secolo d’oro: alla sua morte aveva lasciato una città di marmo.[72]

Visitatori illustri[modifica | modifica sorgente]

Ritratto di Mozart durante la sua tournée a Verona

Importante è il ruolo anche dei visitatori o delle persone che su Verona hanno espresso pareri o giudizi sia buoni sia cattivi. Oltre al già citato William Shakespeare, molti sono i non veronesi che hanno parlato di Verona o vi hanno vissuto temporaneamente. Dante Alighieri, durante il suo esilio da Firenze, si trattenne a Verona più volte e fu ospite di Cangrande I della Scala, rimanendo profondamente colpito dalla sua personalità, tanto da dedicare a Cangrande il suo Paradiso. Altri visitatori illustri furono Goethe, che visitò la Galleria di San Giorgio e rimase colpito dall’animazione della vita cittadina;[73] Lord Byron, che si commosse visitando il sepolcro di Giulietta, e Charles Dickens che ne fu invece deluso.[74] Wolfgang Amadeus Mozart suonò quattordicenne all’Accademia Filarmonica e nella chiesa di San Tomaso Cantuariense, sul cui organo lasciò incise con il temperino le proprie iniziali. StendhalPaul ValéryHeinrich HeineMadame de StaëlCarducci e molti altri soggiornarono a Verona, specialmente durante il XVIII e il XIX secolo, quando la città era una delle mete del Grand Tour.

Attualmente uno degli ospiti più famosi è il direttore d’orchestra, clavicembalista e organista olandese Ton Koopman. Lo scrittore inglese Tim Parks dal 1981 vive nelle immediate vicinanze di Verona ed ha descritto in una sua opera (Questa pazza fede) la sua passione per la squadra cittadina dell’Hellas Verona. Nel 2008 gli è stata anche conferita la cittadinanza onoraria.[75]

Istruzione[modifica | modifica sorgente]

Il Polo Zanotto, centro polivalente dell'Università di Verona
Il Polo Zanotto, centro polivalente dell'Università di Verona
Il Polo Zanotto, centro polivalente dell’Università di Verona

Scuole[modifica | modifica sorgente]

A Verona sorgono numerose scuole, per poter far fronte alla grande richiesta della cittadinanza, non solo del comune, ma dell’intera provincia. Meritano menzione la coppia dei licei scaligeri per antonomasia: il Liceo Ginnasio Statale Scipione Maffei, il più antico liceo d’Italia, e il Liceo Scientifico Statale Angelo Messedaglia.

Il primo è stato fondato per decreto napoleonico il 14 marzo 1807, il liceo iniziò la sua attività nel 1808, ma in realtà era operante già dal 1805 col nome di Regio Liceo.[76] Particolarmente ampia è la biblioteca, risalente all’epoca napoleonica quando fu costituita con i volumi sequestrati con gli editti imperiali ai conventi. Tali opere sono ancora oggi conservate all’interno della biblioteca e a esse si sono aggiunte nel passare del tempo altre 20.000 opere di ogni genere ed epoca. Sono presenti incunaboli, cinquecentine, seicentine, settecentine, il Fondo risalente alla fondazione, il Fondo risalente all’Unità d’Italia, il Fondo del XX secolo e le ultime acquisizioni.

Il secondo è stato istituito nel 1923, in seguito alla riforma Gentile, ed è stato intitolato all’economista e uomo politico veronese Angelo Messedaglia, deputato del Parlamento del regno d’Italia tra il 1866 e il 1882, e presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei fino alla morte. Il liceo è stato per lungo tempo l’unico liceo scientifico di tutta la provincia di Verona, ed ha formato quindi generazioni di professionisti e di intellettuali.

Università[modifica | modifica sorgente]

Una prima forma di Università a Verona si ha nell’825, quando Lotario, con il capitolario di Olona, fonda un istituto superiore di cultura che accoglieva studenti veronesi, mantovani e trentini, ma solo nel 1339 papa Benedetto XII concesse alla città, tramite bolla papale, i privilegi universitari, e quindi la fondazione di una scuola universitaria.[77] Nel 1440 vennero istituite le Scuole Accolitali presso il Duomo, una scuola di musica e lettere per il clero, a cui si affiancarono poi l’Accademia Filarmonica e l’Accademia degli Incatenati, le quali fecero della città una capitale della musica europea del Cinquecento.[78]

Nel Settecento furono istituite le più importanti biblioteche di Verona, la Biblioteca Capitolare e la Biblioteca Civica, e nello stesso periodo nacquero l’Accademia di Agricoltura, con il compito di dare slancio all’economia veronese,[79] e l’Accademia dei Pittori di Verona, fondata e poi dedicata allo stesso Giambettino Cignaroli. Nell’Ottocento fu costituita la Società Letteraria, importante centro di cultura, e venne istituito il Museo Civico, che ebbe inizialmente come sede il palazzo Pompei.

L’Università di Verona, nata il 10 gennaio 1959 con il nome di Libera Università di Economia e Commercio, affonda quindi le sue radici su questo terreno. Grazie alla fusione con l’ateneo patavino si aggiunsero un corso in lingue e letterature straniere, la facoltà di magistero e la facoltà di medicina. Nel 1982 l’Università di Verona divenne nuovamente un organismo autonomo, e oggi conta diverse facoltà: economia, medicina e chirurgia, scienze matematiche, fisiche e naturali, giurisprudenza, scienze della formazione, lettere e filosofia, lingue e letterature straniere, e scienze motorie. Oggi Verona si presenta così come terzo polo universitario del Veneto, dopo Padova e Venezia.[80]

In città ha sede il conservatorio statale di musica dedicato a Evaristo Felice Dall’Abaco, presente in città come istituzione musicale fin dal 1878.

Musei[modifica | modifica sorgente]

Vi sono stati numerosi personaggi che con la loro impronta sono andati a determinare la configurazione museale odierna di Verona. Di grande importanzaScipione Maffei che diede l’avvio alla museologia europea con la sua raccolta di lapidi ed epigrafi che verranno raccolte nel museo che prende il suo nome, ilmuseo lapidario maffeiano, situato a lato del teatro Filarmonico.[81]

Antonio Avena fu un altro grande personaggio, portò all’acquisizione del teatro romano, e quindi all’istituzione del museo archeologico al teatro romano, alla sistemazione di Castelvecchio, in cui preparò il primo allestimento del museo di Castelvecchio, all’acquisizione del palazzo Forti, in cui trovò quindi posto lagalleria d’arte moderna Palazzo Forti, e l’istituzione del museo degli affreschi Giovanni Battista Cavalcaselle.[82] Di primaria importanza il museo civico di Castelvecchio, che subito divenne punto di riferimento nel sistema museale di Verona, ancor più dopo il recupero realizzato dal famoso architetto Carlo Scarpa, che fece di Castelvecchio una delle più pregevoli e conosciute realizzazioni museografiche del secondo dopoguerra.[83]

Un rilievo particolare ha assunto Verona per quanto riguarda le raccolte naturalistiche, infatti è l’unica città europea a poter vantare una tradizione ininterrotta in tale ambito fin dal Cinquecento, quando furono raccolte varie collezioni private nel primo museo a carattere naturalistico che si conosca, poi confluite nel museo civico di storia naturale.[83] Vi è poi il museo Miniscalchi-Erizzo, un palazzo-museo donato dall’omonima famiglia nobile veronese, in cui sono esposti dipinti, mobili, porcellane, vetri veneziani, armi, armature ed altri piccoli ma preziosi oggetti.[84] Da ricordare anche il centro internazionale di fotografia Scavi Scaligeri, ilmuseo africano, il museo canonicale ed il museo ferroviario di Porta Vescovo. Nel 2012 è invece stato aperto il primo museo in Italia dedicato all’opera lirica: l’AMO, ovvero ArenaMuseOpera.

Media[modifica | modifica sorgente]

Radio[modifica | modifica sorgente]

La prima emittente radiofonica di Verona è stata Radio Verona, nata nel 1975, che da molti anni ha tra i programmi di punta le radiocronache degli incontri di calcio dell’Hellas Verona di Roberto Puliero, noto comico, attore e regista teatrale veronese. La radio veronese più seguita è comunque Radio Adige, fondata nel 1976, che offre una programmazione incentrata sull’informazione locale e sugli eventi sportivi, oltre che sulla musica leggera.

Stampa[modifica | modifica sorgente]

Il quotidiano storico di Verona è L’Arena, uno dei quotidiani più antichi d’Italia, essendo stato fondato nel 1866, pochi giorni dopo l’annessione del Veneto all’Italia. Dal 2004, come inserto delCorriere della Sera, è pubblicato in tutta la provincia anche il Corriere di Verona, presente in realtà già dal 2002 come edizione locale del Corriere del Veneto. A Verona viene anche pubblicata la rivista Nigrizia, la più antica rivista europea dedicata all’Africa, e tra le più antiche riviste italiane in assoluto. Verona Fedele è il settimanale edito della Diocesi di Verona, fondato nel 1872.

Televisione[modifica | modifica sorgente]

A Verona sono presenti inoltre due emittenti televisiveTelenuovo (prima emittente di tutto il Veneto per ascolti[85]), nata a Verona nel 1979, offre una produzione a carattere quasi esclusivamente giornalistico: telegiornali, politica locale, rubriche di approfondimento, economia, sport, dirette di eventi. Collabora con Telenuovo anche il calciatore Preben Elkjær Larsen, giocatore di punta dell’Hellas Verona nell’anno dello scudetto.[86] Anche l’altra emittente televisiva locale, TeleArena, nasce nel 1979. TeleArena ha il suo punto forte nell’informazione locale e nell’informazione sportiva, con gli appuntamenti domenicali di telecronaca in diretta delle partite dell’Hellas Verona e del ChievoVerona.[87]

Eventi[modifica | modifica sorgente]

Nella fotografia si possono vedere il vessillo dellaSerenissima Repubblica e il drappo con i colori civici azzurro e oro issati sulla torre dei Lamberti, a ricordo dell’inizio delle Pasque Veronesi.

Verona ospita un gran numero di eventi e manifestazioni internazionali; l’evento più conosciuto in assoluto è il Festival lirico areniano, che si tiene ogni estate, ormai dal lontano 1913, quando il festival venne inaugurato con l’Aida di Giuseppe Verdi, per celebrare il centenario della nascita dell’artista, e nella città accorsero persone da tutto il mondo. Sempre nell’Arena si tengono in estate numerosi concerti.

Altro importante ciclo di spettacoli è l’Estate teatrale veronese, che si tiene ogni anno nella cornice pittoresca del teatro romano di Verona. La prima serata dell’Estate teatrale veronese si tenne la sera del 26 giugno 1948, e tra il pubblico spiccavano personalità come il presidente della repubblica Luigi Einaudi e ilsottosegretario Giulio Andreotti. La prima rappresentazione avvenne, ovviamente, sotto il segno di Romeo e Giulietta. Dagli anni sessanta e settanta si svolgono anche spettacoli di danza, con compagnie di tutto il mondo, e la serie di serate Verona Jazz, con la presenza di importanti band jazz.

Importante festival è anche Schermi d’amore, nato nel 1996 (ma derivato dal Festival del cinema di Verona, che si è svolto dal 1969 al 1995), dedicato al cinemamelodrammatico. La città di Romeo e Giulietta ospita questa rassegna che presenta retrospettive e anteprime di melodrammi e film sentimentali, ed è riconosciuta anche a livello internazionale per il lavoro di ricerca sul mélo cinematografico, al quale è l’unico festival al mondo dedicato.

Festival nato recentemente è invece Tocatì (2003), organizzato dall’Associazione Giochi Antichi, che ha come obiettivo la valorizzazione del patrimonio dellacultura tradizionale, a partire dal gioco, e comprende anche espressioni come il cibo, la musica e la danza tradizionali. Il centro storico di Verona in occasione dell’evento si presenta libera dal traffico automobilistico, per rendere la città più sicura per i bambini, che sono i veri protagonisti del festival.

Inoltre nel 2008 è rinato il Palio di Verona, o più propriamente il palio del drappo verde, un palio istituito 800 anni prima e che rappresenta quindi la corsa più antica del mondo.[88] Esso è stato ripreso per festeggiare l’anniversario della sua nascita con la 591a edizione.

Dal 1981 nella città si tiene il Festival del cinema africano di Verona festival cinematografico internazionale dedicato al continente africano.

Persone legate a Verona[modifica | modifica sorgente]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Personalità legate a Verona.

Sono numerose le persone importanti che a Verona sono nate, hanno vissuto a lungo oppure vi hanno operato e quindi stabilito dei saldi rapporti con la città.

Geografia antropica[modifica | modifica sorgente]

Verde urbano[modifica | modifica sorgente]

Verona ha 17,04 m² di verde per abitante e nell’ambito delle grandi città italiane è un buon valore, nonostante lo sviluppo consistente dell’edilizia nella nelle aree verdi a partire dal dopo guerra.[89]Desta però preoccupazione il numero di abbattimento di oltre 500 alberi (2010-2011) anche per allargare le strade.[90] Da segnalare d’interesse storico: Giardino di Castel S. Pietro, Bastioni Orti di Spagna (via Lega Veronese) e delle Mura, Giardino Giusti via Giardino Giusti 2. Villa Pullè a Chievo (in rovina)[91] e l’Arsenale in rovina.[92][93][94]

Verde extra urbano[modifica | modifica sorgente]

Il parco di Villa Bernini Buri, i parchi dell’Adige nord e sud (nel 2012 pesantemente compromesso dai tagli alla vegetazione),[95][96] e le colline sono d’estremo valore naturalistico e paesaggistico, come anche il sistema dei vaj (mini canyon per erosione delle acque: Vajo Borago, Vajo Galina, Vajo Mezzane.).[97] In collina notevole è l’abusivismo edilizio, le denunce non mancano, i controlli sono scarsi.[98][99][100][101][102][103]

Urbanistica[modifica | modifica sorgente]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Urbanistica di Verona.
Verona nei secoli
 (1/7)

Periodo romano repubblicano

L’urbanistica di Verona fonda le proprie origini nella città romana, di cui conserva il tessuto urbano. Verona si sviluppa in diversi periodi: si possono distinguere il centro storico medioevale, in cui sorgono però anche palazzi più recenti (rinascimentali, settecenteschi e ottocenteschi), i quartieri di Veronetta e San Zeno interamente composti di edifici di epoca basso medioevale, alcune zone esterne alle mura in cui sono sorte ville e palazzi instile barocco, la zona industriale di Borgo Roma sorta a cavallo tra Otto e Novecento, e infine la città moderna che è sorta senza intaccare questo tessuto.

Verona può vantarsi di avere ancora ben cinque cinte murarie costruite in epoche diverse e ancora visibili:

  • in alcuni punti è ancora visibile la cinta muraria di epoca romana imperiale, di cui rimangono solo le rovine;
  • dal ponte Aleardi fino a piazza Bra è ben conservata la cinta del XIII secolo, con tre torri, tra cui la più conosciuta è la torre pentagona dei portoni della Bra;
  • sul colle San Pietro rimangono le mura scaligere, con ben quindici torri;
  • i terrapieni della cinta più esterna innalzati dai veneziani, e alcuni bastioni;
  • le mura, i bastioni e numerosi forti costruiti dagli austriaci, ancora quasi completamente intatti.

Durante la dominazione romana a Verona furono costruite due cinte murarie, una di epoca tardo repubblicana e meno conosciuta, e una più conservata e conosciuta, le cosiddette mura di Gallieno, costruite su ordine dell’imperatore Gallieno nel 265 per difendere la città dagli Alemanni.

La cinta repubblicana era lunga più di 900 metri, e aveva un segmento orientato in direzione nordovest-sudest e l’altro orientato in direzione nordest-sudovest, in cui si aprivano rispettivamente porta Borsari e porta Leoni. All’interno di Verona si sviluppò il foro, corrispondente all’odierna piazza delle Erbe, ai lati del quale si trovavano il Campidoglio, la basilica e vari edifici pubblici.[104]

Nel XI secolo venne ampliata da Arduino d’Ivrea la cinta muraria del colle verso oriente, per meglio difendersi dall’imperatore Enrico II. Tra il 1194 e il 1224 venne costruita la cinta comunale a sud della città, lungo una depressione naturale, che venne poi utilizzata come fossato. In seguito il ghibellino Ezzelino da Romano restaurò la cinta muraria, e ne costruì una più robusta tre metri più all’interno.

Mura settentrionali di Verona, costruite dagli Scaligeri e riammodernate prima dai veneziani e infine dagli austriaci nell’Ottocento

Alberto I della Scala fece allargare il percorso delle mura a oriente e settentrione, rafforzandole di numerose torri di guardia. Poco tempo dopo,Cangrande fece costruire delle enormi opere militari: venne fortificata la parte settentrionale, con una cinta muraria comprendente ben ventiquattro torri e quattro porte, e, praticamente in contemporanea, ampliò verso la campagna le mura a sud, creando il tracciato che oggi seguono le mura austriache di Verona.

Tra il 1509 e il 1517 Verona venne assoggettata da Massimiliano I, e al loro ritorno i veneziani decisero di rinnovare le mura di Verona: i primi lavori iniziarono nel 1523, con l’abbattimento delle mura scaligere meridionali, al cui posto sorsero alcuni bastioni e rondelle.

Con l’arrivo degli austriaci a inizio Ottocento, le mura subirono numerosi interventi. I primi interventi alle difese si ebbero dal 1830 fino al 1840, quando vennero ripristinati i bastioni e furono costruiti numerosi forti, dando vita a una rete di fortificazioni molto estesa.

Dopo la prima guerra di indipendenza del ’48-’49 gli interventi divennero ancora più complessi, soprattutto sul fronte occidentale, dove stava crescendo il pericoloso regno di Sardegna. Dal 1848 al 1852 venne costruita la prima cerchia di forti: ChievoCroce BiancaSan ZenoSan MassimoFenilone,Santa Luciaforte PalioPorta Nuova, il forte Spianata, la torre Tombetta e forte Santa Caterina.

Successivamente venne aggiunta una seconda cintura più esterna: Forte Cà BellinaParonaLugagnanoDossobuonoAzzanoTombaSan Michele e Forte Cà Vecchia. Nel 1859 l’Austria perse la Lombardia a favore del futuro regno d’Italia, così decise di creare un’intera regione fortificata, il cosiddetto quadrilatero.

Durante i cinquant’anni di dominazione austriaca vennero costruiti edifici importanti come palazzo Barbieri, l’arsenale Franz Josef I, la stazione ferroviaria di Porta Vescovo e il cimitero monumentale e diversi altri edifici, principalmente grandi caserme, come ad esempio la caserma Passalacqua, dotata di raccordo ferroviario, silos e forni per cucinare il pane (attualmente utilizzata in parte dall’Università, in parte in attesa di destinazione.

Fino all’Ottocento la città è cresciuta stretta tra le mura magistrali, ma con l’arrivo del nuovo secolo e dell’industrializzazione Verona cominciò lentamente a perdere il ruolo di fortezza che gli era stato affibbiato. I primi quartieri moderni di Verona a nascere furono Borgo Trento, nato nella prima ansa che l’Adige forma nella città, e Borgo Roma a sud, dove sono nate le prime industrie. Gli altri quartieri cominciarono a svilupparsi invece dopo la seconda guerra mondiale, senza andare a intaccare il tessuto urbano storico, ma crescendo negli spazi ancora liberi[105].

Economia[modifica | modifica sorgente]

La sede della camera di commercio di Verona, progetto di Libero Cecchini.

Nel veronese trovano luogo numerosi distretti produttivi, a evidenziare la polisettorialità che contraddistingue l’economia provinciale e cittadina, la quale si divide equamente tra industriacommercioartigianatoserviziagricoltura (in particolar modo nella provincia) e turismo.

L’economia del territorio veronese è costituita soprattutto da piccole-medie imprese, anche se non mancano grandi industrie, per le quali l’interporto di Veronagioca un ruolo cruciale nello smistamento del commercio internazionale.

Agricoltura[modifica | modifica sorgente]

Il settore vitivinicolo è considerato il più importante del comparto agroalimentare veronese, basti considerare che, a livello provinciale, ben il 40,5% delle aziende agricole si dedica alla coltivazione dell’uva da vino. I vigneti veronesi sono altamente specializzati verso la produzione di qualità, tanto che Verona dispone di dieci vini DOC e tre DOCG, tra l’altro ben differenziati tra di loro grazie all’utilizzo di vitigni autoctoni. Il valore della produzione della città di Verona rispetto a quella provinciale nel suo insieme è circa del 15%.[106]

Pure il settore ortofrutticolo rappresenta una realtà importante, coinvolgendo un gran numero di imprese del settore primario (in particolar modo nella provincia) e numerose imprese che si dedicano alla lavorazione, alla conservazione e alla commercializzazione dei prodotti (soprattutto in città). La forza di questo comparto si deve in particolar modo alla sua organizzazione (di produttori, di trasformatori, del commercio e dei mercati) e alle infrastrutture.

Artigianato[modifica | modifica sorgente]

Notevole fama ha il mobile classico della bassa Veronese, la cui attività produttiva è caratterizzata dalla presenza di piccole e piccolissime imprese di tipo artigianale, molto differenziate tra di loro e che ricorrono a subfornitori specializzati per le varie fasi produttive. Questa tecnica artigianale e capacità artistica forniscono un forte vantaggio sulla concorrenza veneta e italiana. Circa il 5% di queste imprese hanno spostato la loro produzione dal basso veronese al capoluogo, in particolar modo quelle che hanno bisogno di una manodopera meno specializzata e che ottengono vantaggi dalla maggior presenza di infrastrutture.[107]

Industria[modifica | modifica sorgente]

L’escavazione del marmo nel veronese ha origini molto antiche, come dimostrano i monumenti marmorei romani della città, realizzati in marmo Rosso di Verona e in marmo Rosa del Garda. Questo distretto produttivo si distribuisce tra ValpolicellaLessinia e Valpantena, e in minor parte nel capoluogo (10% circa del valore della produzione). Il distretto industriale di Verona rappresenta il principale polo italiano per la lavorazione del marmo e del granito, ed è addirittura il più importante a livello mondiale per quel che concerne la produzione di agglomerati, ricoprendo l’80% della produzione mondiale. La lavorazione del marmo possiede qui una lunga tradizione e diffusione, ed ha generato importanti competenze e conoscenze, e quindi un’elevata qualità dei prodotti, anche se all’inizio del XXI secolo si è fatta sentire la competizione con nuove realtà, in particolare CinaIndiaBrasile e Turchia.[108]

Il settore agroalimentare a Verona rappresenta un ramo economico molto importante, e coinvolge numerose aziende agricole, artigianali e (soprattutto nel capoluogo) industrie alimentari, le quali si occupano della produzione, lavorazione, trasformazione, commercializzazione e distribuzione del prodotto alimentare, oltre alla formazione degli addetti al settore e alla ricerca. Particolarmente forte è l’export di carni e prodotti a base di carne, preparati e conserve di frutta e di ortaggi, prodotti lattiero-caseari e gelati. Tra le maggiori industrie alimentari e dolciarie ci sono quella capeggiata da Giovanni Rana e tre aziende che devono la loro fortuna soprattutto a un dolce tipico veronese, il pandoro, cioè BauliPaluani e Melegatti. In ambito conserviero, per la produzione di succhi di frutta, marmellate e semilavorati a base di frutta e verdura per l’industria è di grande importanza la Zuegg, che proprio a Verona ha uno stabilimento produttivo e la sede del gruppo.[109]

Importanti pure i distretti calzaturiero e della moda. Quello del calzaturiero, una scoperta degli anni novanta, si concentra soprattutto a Verona, Bussolengo e San Giovanni Ilarione, anche se la maggior parte delle aziende maggiori hanno ormai delocalizzato la produzione, passando da aziende produttrici a imprese terziarie. Il tessileabbigliamento nel veronese manifesta alcune peculiarità: la forte specializzazione, che comporta la produzione di capi in corso di stagione, basati su prodotti che già hanno riscosso un certo successo sul mercato nazionale (questa scelta porta a minori investimenti nel campo della progettazione e a maggiori investimenti nell’organizzazione del lavoro). Altra peculiarità è la dimensione a carattere familiare delle aziende, che hanno quindi un’organizzazione snella che velocizza i tempi di adattamento in corso d’opera. Un’ultima peculiarità è il passaggio intermedio, nella distribuzione, attraverso il grossista.[110][111]

Gli ex magazzini generali nella zona industriale

A Verona e nel veronese numerose sono le aziende produttrici di macchine e apparecchi meccanici, in particolare specializzate nella produzione di bilance, macchine automatiche per la vendita e la distribuzione, macchine per le industrie chimiche, macchine per usi specifici, macchine per l’industria alimentare, macchine per la movimentazione e il sollevamento, macchine utensili e le attrezzature per la refrigerazione e ventilazione, macchine per l’industria della plastica e della gomma, per la stampa e la legatoria, fabbricazione di stampi, macchine per i settori agricolo ed estrattivo.[112]

Le attività legate alla stampa hanno a Verona origine nel 1472, quando venne stampato il primo libro. L’avviamento dell’industria della stampa e della carta avvenne invece tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, in particolare tappe fondamentali furono la fondazione delle Cartiere Fedrigoni nel 1888 e l’avvio dell’attività di Arnoldo Mondadori nel 1917, che già nel 1921 inaugura un grande stabilimento, che si sviluppa ulteriormente negli anni settanta e ottanta. Il distretto, fortemente concentrato in città e nei suoi dintorni, si configura oggi come un sistema complesso d’imprese grandi, medie e piccole, queste ultime eccellenti in segmenti specifici. Oltre a questo tipo di aziende sono presenti oggi anche operatori della comunicazione visiva.[113]

Servizi[modifica | modifica sorgente]

L’entrata principale della fiera di Verona

Molto importante il settore bancarioassicurativo, con aziende di primo piano a livello nazionale, come Cattolica Assicurazioni, Cariverona (adesso fusa in Unicredit) e la Banca Popolare di Verona, diventata la più grande banca popolare d’Italia grazie all’acquisizione del gruppo Banco Popolare di Verona e Novara della Banca Popolare Italiana e la conseguente creazione del super gruppo Banco Popolare.

Le aziende veronesi del settore ICT, ovvero addette all’informatica, alla comunicazione e alla tecnologia, sono concentrate quasi totalmente in città, e sono costituite da numerose piccole e piccolissime aziende e da poche grandi aziende. Si tratta per la maggior parte di aziende fornitrici di servizi, e in minor parte fornitrici di apparecchiature elettroniche ed elettriche.[114]

Primissima importanza ha per Verona il complesso sistema di servizi logistici, di trasporto e di organizzazione dei trasporti in generale. In particolare questo distretto logistico si è sviluppato grazie al posizionamento all’interno del Quadrante Europa di operatori ferroviari privati e ai progetti di riorganizzazione da parte delle Ferrovie dello Stato, riconoscendo l’importanza dell’Interporto di Verona nel segmento del trasporto ferroviario e intermodale terrestre. Il sistema logistico veronese trova il soggetto di riferimento nello storico Consorzio ZAI.[115] L’interporto veronese è il più importante d’Italia, primato derivato da più aspetti: l’avere il maggior numero di addetti, essere al centro di tutte le principali infrastrutture di trasporto, offrire numerosi servizi, il possedere la dogana, avere all’interno 110 aziende.

Importante distretto espositivo è quello della fiera di Verona, nata nel 1898, e ormai realtà internazionale. La fiera si tiene presso il complesso Veronafiere, nella zona industriale della città. Il complesso ha una superficie totale di 350.000 m², di cui 122.000 m² divisi tra 12 padiglioni, e ospita oltre 1.100.000 visitatori all’anno, molti provenienti anche dall’estero. Le principali manifestazioni fieristiche, tenute presso Veronafiere sono la Fieragricola, la fiera più antica, presente fin dal 1898, e unica nel suo genere in Italia, la Fieracavalli, la più importante fiera del settore, Job&Orienta, dedicata all’orientamento, alla scuola, alla formazione e al lavoro, Marmomacc, la più importante fiera internazionale del settore, e Vinitaly, una delle maggiori fiere vinicole mondiali, punto d’incontro degli enologi e degli amanti del vino.

A Verona, infine, sono presenti due ospedali, centri di eccellenza per molte discipline, il Policlinico Universitario “G. Rossi” e l’Ospedale Civile Maggiore.

Rifiuti, depurazione dell’acqua e inquinamento[modifica | modifica sorgente]

L’impianto di depurazione delle acque fognarie si avvale di vasche biologiche: per evitare i cattivi odori sono state coperte e decompresse per evitare la fuoruscita dell’aria; l’impianto risulta visitabile[116] Verona da parecchi anni è una città che riesce a riciclare parecchio rispetto ad altre città della medesima dimensione, poi ha cominciato a rallentare e nel 2011 è arrivata al picco massimo del 54%, nel 2012 è ancora ferma, quando le leggi nazionali ed europee prevedono entro il 2012 la quota minima del 65%. Forse lo stop è dovuto alla volontà di costruire un inceneritore (Ca’ del Bue) importando rifiuti anche da fuori regione, nonostante da anni i limiti dello smog siano ampiamente sopra i limiti di legge[117][118] e diverse città li stanno abbandonando grazie alla raccolta differenziata. I sindaci dei comuni circostanti a Verona sono molto preoccupati per le emissioni del previsto inceneritore, di cui non ne è resa nota composizione e consistenza.[119] Il progetto dell’inceneritore Ca’ del Bue fu ideato nel 2002 sopra una superficiale falda freatica, in area esondabile del fiume Adige,[120][121] quando solo sei Comuni arrivavano al 50% di raccolta differenziata mentre nel 2012 siamo oltre il 60% con ampi margini di miglioramento, è previsto lo smaltimento anche di rifiuti speciali in tutto 1.200 tonnellate di rifiuti al giorno, assieme a rifiuti riciclabili come carta e plastica, nel 2012 non è stata ancora prevista la discarica dove conferire le ceneri (rifiuti speciali).[122][123]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica sorgente]

Strade[modifica | modifica sorgente]

Verona è un nodo autostradale in cui si intersecano l’A4 Milano-Venezia, con uscite a Verona Est e Verona Sud e l’A22 autostrada del Brennero, con uscita a Verona Nord.

Verona è inoltre raggiunta dalla Strada statale 434 Transpolesana, che la collega con Rovigo, dalla Strada statale 11 Padana Superiore che collega Torino a Venezia, e dalla Strada statale 12 dell’Abetone e del Brennero che collega Pisa al passo del Brennero.

Il centro abitato è circondato sui lati ovest, sud ed est da un sistema di tangenziali; per il lato nord è prevista una nuova tangenziale autostradale che dovrebbe passare con un traforo sotto leTorricelle, andando a creare un unico anello di circonvallazione attorno all’intera città.[124] Le tangenziali oggi esistenti sono:

Ferrovie e tranvie[modifica | modifica sorgente]

Stazione di Verona Porta Nuova e antistante fermata degli autobus urbani

Al nodo ferroviario di Verona affluiscono la ferrovia del Brennero, la linea Verona-Bologna la ferrovia Milano-Venezia, la ferrovia Verona-Mantova-Modena e la linea di iteresse regionale Verona-Rovigo.

La città è servita dalla Stazione di Porta Nuova, principale impianto passeggeri, e da quella di Porta Vescovo, presso la quale sorge un’officina ferroviaria, nonché dalla stazione minore di Cà di David. La stazione di Parona, sulla linea del Brennero, risulta soppressa. I treni merci sono prevalentemente diretti al Quadrante Europa.

Fra il 1889 e il 1959, era attiva la ferrovia Verona-Caprino-Garda, che aveva capolinea alla dismessa stazione di Porta San Giorgio.

Verona fu inoltre, in passato, al centro di un vasto sistema di tranvie extraurbane. Dall’area di Porta Nuova originava la tranvia Verona-Albaredo-Corianoin servizio fra il 1898 e il 1925, interessata da un esperimento di trasporto integrato che prevedeva la costruzione di un grande porto fluviale sull’Adige, presso Albaredo. A Porta Vescovo trovava capolinea il sistema di tranvie che aveva nella linea Verona-Caldiero-San Bonifacio il tronco principale e che fu in esercizio fra il 1881 e il 1958..

Mobilità urbana[modifica | modifica sorgente]

Verona - Accesso piazza Bra.JPG

Nel 2012 Verona basava il 69% della mobilità su mezzi privati con motore a combustione interna e il 31% sull’uso dei mezzi pubblici e sulla mobilità ciclopedonale[125]

La città è dotata di un servizio di autobus cittadini e provinciali gestito dall’Azienda Trasporti Verona. Risulta inoltre approvata la realizzazione di un nuovo sistema filoviario che si prevede di completare entro il 2016 e che sarà elettrificato solo all’esterno delle mura di Verona[126][127]; la precedenterete filoviaria fu in esercizio fra il 1937 e il 1975.

Fra il 1884 e il 1951, l’elemento centrale del sistema di trasporti scaligero era costituito dalla rete tranviaria, costituita da due linee che consentivano di connettere, oltre a Borgo Trento, tutte le stazioni cittadine: quelle di Porta Nuova e Porta Vescovo, il capolinea dell’estesa rete di tranvie extraurbane che si trovava nelle adiacenze della seconda, e la stazione di Porta San Giorgio, capolinea della ferrovia Verona-Caprino/Garda.

Completava il sistema di trasporti cittadino la funicolare di Castel San Pietro.

Aeroporti[modifica | modifica sorgente]

L’aeroporto principale della città è quello di Verona-Villafranca che, con più di 3.500.000 passeggeri transitati nel 2007,[128] è il 12º scalo italiano per movimento passeggeri.[129] Vi è poi l’aeroporto di Verona-Boscomantico, situato a pochi chilometri da Verona, utilizzato per voli turistici, manifestazioni, e come base per paracadutisti ed elicotteri, poiché la lunghezza della pista consente decollo e atterraggio solo a piccoli aerei monomotore.

Mobilità ciclabile[modifica | modifica sorgente]

Verona è dotata di una rete di piste ciclabili, la mappa è pubblicata nel sito del Comune di Verona [130] e dal 2012 è dotata di un servizio di bike sharing[131].

Amministrazione[modifica | modifica sorgente]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Sindaci di Verona.

Quartieri[modifica | modifica sorgente]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Urbanistica di Verona.

Amministrativamente il territorio comunale è ripartito in otto circoscrizioni, a loro volta suddivise nelle seguenti 23 zone amministrative:[132][133]

Quartieri verona.png
Centro storico

1. Città antica
2. Cittadella
3. San Zeno
4. Veronetta

Quartieri moderni

10. Borgo Trento
11. Valdonega
12. Borgo Venezia (che comprende Borgo Trieste)
13. Porto San Pancrazio
14. Borgo Roma
15. Santa Lucia
16. Borgo Milano (che comprende le località di Chievo e Saval)
17. Golosine
18. Ponte Crencano

Frazioni

30. Avesa
31. Quinto
32. Santa Maria in Stelle
33. Mizzole
34. Montorio
35. San Michele
36. Cadidavid
37. San Massimo
38. Parona
39. Quinzano

Circoscrizioni
  • Circoscrizione 1: Città Antica, Veronetta, Cittadella, San Zeno
  • Circoscrizione 2: Borgo Trento, Avesa, Quinzano, Parona, Valdonega, P.te Crencano
  • Circoscrizione 3: Borgo Milano, Stadio, Chievo, San Massimo, Basson, Borgo Nuovo, Saval
  • Circoscrizione 4: Santa Lucia, Golosine, Madonna di Dossobuono
  • Circoscrizione 5: Borgo Roma, Cadidavid
  • Circoscrizione 6: Borgo Venezia, Borgo Trieste, San Felice
  • Circoscrizione 7: Porto San Pancrazio, San Michele Extra, Madonna di Campagna
  • Circoscrizione 8: Montorio, Mizzole, Quinto, Poiano, Marzana, S. Maria in Stelle

Gemellaggi[modifica | modifica sorgente]

Verona è gemellata con le seguenti città:[134]

Sport[modifica | modifica sorgente]

Calcio[modifica | modifica sorgente]

A Verona sono presenti cinque società calcistiche professionistiche:

L’Hellas Verona è riuscito a portare nel Veneto l’unico scudetto a livello calcistico nella stagione 1984/85, scrivendo il suo nome nella storia del campionato italiano assieme all’allenatore Osvaldo Bagnoli, al difensore dal gol facile Hans Peter Briegel e alla coppia d’attacco ElkjærGalderisi. L’anno successivo partecipò alla Coppa dei Campioni, dove fu eliminata al secondo turno dallaJuventus in una partita a porte chiuse. Il Verona, oltre allo scudetto, vanta anche tre finali di Coppa Italia, perse, nelle stagioni 1975/76, 1982/83 e 1983/84.

Inizialmente fu una buona stagione per la città di Verona anche la 2001/2002 quando, nella prima metà di campionato, il Chievo (arrivato per la prima volta in Serie A) e l’Hellas riuscirono a mantenere le primissime posizioni in classifica; la seconda metà campionato andò peggio, soprattutto per l’Hellas Verona, che venne retrocessa in Serie B. Il ChievoVerona ebbe un’altra buona stagione nel 2005/2006 quando, dopo lo scandalo Calciopoli, arrivò 4º in classifica generale, venendo ammesso al turno preliminare della massima competizione continentale, non riuscendo però a qualificarsi al tabellone principale.

Entrambe le squadre giocano allo Stadio Marcantonio Bentegodi, che ospitò quattro partite dei Mondiali di calcio Italia 1990.

La terza squadra cittadina è la Virtus Vecomp Verona, del popoloso quartiere di Borgo Venezia, che, sulla scia di 5 promozioni, è salita dalla seconda categoria alla Seconda Divisione, in cui militerà dalla stagione 2013-2014. La Virtus gioca nell’impianto Gavagnin-Nocini, di Borgo Venezia.

Nel calcio femminile, una importante realtà calcistica a livello nazionale ed internazionale è l’AGSM Verona, vincitore di quattro scudetti, tre coppe Italia e 4 supercoppe italiane, oltre ad essere l’unica squadra italiana ad aver raggiunto le semifinali di Champions League. Anche il Foroni Verona, poi fallito, era stato ai vertici del calcio femminile italiano, vincendo 2 scudetti, una Coppa Italia e due Supercoppe. Il Bardolino Verona gioca le sue gare allo stadio Aldo Olivieri. Verona è la città che vanta più scudetti nel calcio femminile (7): oltre ai 4 del Verona Femminile ed i due del Foroni, si aggiunge anche quello del Verona Günther C.F., prima squadra veneta a diventare campionessa d’Italia.

Ciclismo[modifica | modifica sorgente]

Fotografia scattata durante i campionati del mondo di ciclismo su strada a Verona, sulla salita che porta alle Torricelle

Verona è una città importante per il ciclismo italiano e internazionale, tanto che vi sono state tenute due edizioni dei campionati del mondo di ciclismo su strada nell’arco di pochi anni, fatto eccezionale. La prima edizione nella città si è tenuta nel 1999, vinta dal ciclista spagnolo Oscar Freire; in questa edizione ha vinto tra l’altro nella categoria Juniores il veronese Damiano Cunego. La seconda edizione si è svolta invece nel 2004, curiosamente vinta ancora da Oscar Freire, mentre Cunego, partecipando in questo caso tra i professionisti, dopo un’annata agonistica straordinaria (nel 2004 vinse Giro d’ItaliaGiro di LombardiaGiro del Trentino e Giro dell’Appennino) riuscì ad arrivare solo 9º.

Oltre ai campionati del mondo di ciclismo su strada Verona ha ospitato anche la conclusione di quattro tappe del Giro d’Italia:

Molti ciclisti sono nati nei dintorni di Verona: Damiano Cunego, soprannominato il piccolo principe per via delle numerose vittorie, soprattutto nel 2004, anno in cui è stato il primo classificato nel ranking UCI nonché il vincitore del Giro d’Italia. Dopo un 2005 con un rendimento molto al di sotto delle sue possibilità, poiché colpito dalla mononucleosi, nel 2006 ha conquistato la maglia biancaal Tour de France, mentre nel 2007 ha vinto nuovamente il Giro di Lombardia. Nel 2008 è riuscito a vincere Giro di Lombardia, l’Amstel Gold Race e a posizionarsi secondo ai campionati del mondo di ciclismo a Varese[135] Vi è poi Davide Rebellin, che ha vinto una lunga serie di trofei, coppe, classiche e gare a tappe internazionali: anche per lui l’anno d’oro fu il 2004, quando riuscì a vincere la Amstel Gold Race, la Freccia Vallone, la Liegi-Bastogne-Liegi e arrivò secondo al campionato mondiale di ciclismo su strada. Nella mountain bike Paola Pezzo ha conquistato due medaglie d’oro, ai giochi olimpici di Atlanta nel 1996 e di Sydney nel 2000.

Pattinaggio[modifica | modifica sorgente]

Da alcune decine d’anni i veronesi e turisti pattinatori si trovano il martedì sera, anche se non è permesso, alle ore 21.15 in Piazza Arsenale per un giro di 15–18 km per la città di 2,5ore, ha avuto alterne fortune e vicende, nel 2012 è pienamente operante, di giorno invece Lungadige Attiraglio durante i fine settimana quando è pedonabile.[136][137] Verona è la città di Monica Lucchese, pluricampionessa nel pattinaggio corsa che vanta ventisei titoli italiani, venti europei, otto mondiali, due World Games e un record. Nel 1980 a 15 anni è in nazionale e vince l’oro nell’americana ed a squadre agli Europei a Southampton. 1981 vince i 5.000 ai World Games, agli Europei a Pineto è prima su strada e su pista, anche nel 1982 a Jesi. Nel 1982 vince i 5.000 ai Mondiali a Finale Emilia. Vince nel 1983 a Mar del Plata i 10.000, poi agli Europei a Cremona conquista altri 4 titoli. 1984 a Bogotà è campionessa mondiale dei 3.000 e dei 5.000 americana con Ghermandi e Perinti ed ottiene il record mondiale su strada dei 1.500 in 2’23’’680. Vince i 10.000 ai World Games a Londra. 1986 oro mondiale ad Adelaide, quello dei 1.500 quindi due europei, i 3.000 e l’americana a Finale Emilia. 1987 ad Ostenda conquista l’Europeo dei 10.000 e nel 1988 a Guyan in Francia quello dei 3.000, 5.000 e l’americana su pista, poi ai Mondiali a Cassano è prima nei 5.000 su strada.[138]

Altri sport[modifica | modifica sorgente]

Il PalaOlimpia durante una partita di Pallavolo

A Verona è presente una società canoistica di alto livello, il Canoa Club Verona, detentore di numerosi scudetti, e che dal 1963 sforna atleti e tecnici a livello internazionale. Assieme al Canoa Club Pescantina dal 2004 organizza una maratona di canoa tra le più importanti in Italia, e che, dal 2006, ha superato i mille partecipanti. Inoltre in città è presente anche la sezione canoa del CUS Verona. Sono in fase di partenza i lavori che prevedono di realizzare a Verona un impianto di eccellenza per la canoa, che sarà in grado di attrarre manifestazioni e gare internazionali. Saranno costruiti due impianti: uno principale a due piani con palestra, spogliatoi e uffici; uno a un solo piano con bar, ristorante e servizi pubblici. L’impianto sarà costruito al Chievo, dove dall’Adige si separa il canale Camuzzoni, in modo da poter sfruttare il primo per le gare e il secondo per gli allenamenti[139].

Verona ha avuto in passato una squadra di pallacanestro, la Scaligera Basket Verona, che ha raggiunto ottimi risultati, in particolare negli anni novanta, quando militò in serie A e riuscì a conquistare una Coppa Italia, una Supercoppa italiana e una Coppa Korac. La società è però fallita nel 2002, quando entrò in crisi finanziaria, e il nuovo presidente Eduardo Fiorillo si ritirò. La Scaligera Basket venne retrocessa in Serie C1, perdendo il diritto sportivo della massima serie e trasformandosi in San Zeno Basket: la squadra successivamente è stata rinominata Basket Scaligero e grazie all’acquisto del titolo sportivo della Nuova Pallacanestro Pavia dal 2010 milita in Legadue.

La città vanta anche una squadra di prestigio nella pallavolo maschile: la Blu Volley Verona, nata nel 2001 dalla fusione di due società, militante in serie A1. La squadra ha vinto un campionato di Serie A2 e due volte la Coppa Italia di Serie A2. Il Verona Volley Femminile milita attualmente in Serie A2.

A Verona ci sono due società di rugby: il CUS Verona Rugby, che milita per la stagione 2010-2011 nel girone A della serie A, e la West Verona Rugby Union, militante in serie C.

Verona milita nel campionato di serie A2 di football americano con le squadre dei Redskins Verona, nata nel 1981 e vincitrice del titolo italiano “Silver Bowl” nel 1986 e dei Mastini Verona nati nel 2005 e militanti anch’essi nel campionato di serie A2 di football americano.

Sempre a Verona, in via Colonnello Galliano, ha sede il centro di alta specializzazione Alberto Castagnetti della Federazione Italiana Nuoto, uno tra i più importanti poli natatori d’Italia ed impianto d’allenamento per gli atleti della nazionale italiana di nuoto. Il centro dispone di piscine coperte e scoperte da 50 e 25 m e di una palestra.

Altro sport che negli ultimi anni ha conquistato ottimi risultati è l’hockey in line con il CUS Verona Hockey Sorci Verdi, che in soli due anni è riuscito nell’impresa della conquista della doppia promozione dalla serie B alla A1. La squadra è nata nel 1996 e gioca da sempre nella pista del centro sportivo Avesani di via Santini. Nel 2013, in occasione della vittoria della A2 (con sole 3 sconfitte su 18 partite disputate, miglior attacco e miglior difesa) e conseguente promozione nella massima serie, la società è stata premiata dal Comune di Verona per i risultati sportivi ottenuti.

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. ^ In significato estensivo: Scaligero
  2. ^ [1]
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia in Legge26 agosto 1993, n. 412, allegato AEnte per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente, 1 marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012.
  4. ^ statistica.regione.veneto.it – Movimento turistico nel VenetoURL consultato il 22-04-2012.
  5. ^ whc.unesco.org – City of VeronaURL consultato il 22-04-2012.
  6. ^ Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri numero 3.274 del 20-03-2003
  7. ^ ad esempio il terremoto del 3 gennaio 1117 e quello del 1183
  8. ^ confedilizia.it – Clima VenetoURL consultato il 22-04-2012.
  9. ^ Baldassin Molli, op. cit., pp. 17-23
  10. ^ Baldassin Molli, op. cit., p. 24
  11. ^ Brugnoli, op. cit., p. 63
  12. ^ Baldassin Molli, op. cit., p. 23
  13. ^ Notiziario della Banca Popolare di Verona, anno 1999, n. 2
  14. ^ Priante, op. cit., pp. 15-17
  15. ^ Baldassin Molli, op. cit., pp. 23-24-29
  16. ^ Aspes, op. cit., p.681
  17. ^ Solinas, op. cit., pp. 54-55-74-86
  18. ^ Aspes, op. cit., p. 795
  19. ^ Aspes, op. cit., p. 800
  20. ^ Solinas, op. cit., pp. 132
  21. ^ Gaio Plinio SecondoNaturalis Historia. Liber III, 130
  22. ^ Tito LivioAb Urbe Condita. Liber V, 35.
  23. ^ PlutarcoDe fortuna Romanorum. 12, 325.
  24. ^ Buchi e Cavalieri Manasse, op. cit., p. 15
  25. ^ Solinas, op. cit., 144
  26. ^ Solinas, op. cit., p.178
  27. ^ Castagnetti e Varanini, op. cit., p. 6
  28. ^ G. P. Bognetti, Teodorico di Verona e Verona longobarda capitale di regno, Padova, Cedam, 1959. p.376
  29. ^ a b Carrara, op. cit., pp. 136-137
  30. ^ Solinas, op. cit., p. 292
  31. ^ Carrara, op. cit., p. 98
  32. ^ Solinas, op. cit., p. 312
  33. ^ Carrara Gli Scaligeri, Dall’Oglio, p. 256, 1966.
  34. ^ Solinas, op. cit., p. 320
  35. ^ Solinas, op. cit., p. 323
  36. ^ Sandrini e Brugnoli, op. cit., p. 196
  37. ^ Solinas, op. cit., p. 358
  38. ^ Memorie di V. Alberti, presenti nella biblioteca civica di Verona.
  39. ^ A Maffei, Memorie della Rivoluzione di Verona nel 1797. p.146
  40. ^ Solinas, op. cit., p. 386
  41. ^ Notiziario della Banca Popolare di Verona, anno 1982, n. 3
  42. ^ Priante, op. cit., p. 31
  43. ^ Priante, op. cit., p. 99
  44. ^ Priante, op. cit., p. 91
  45. ^ Dante Olivieri, Toponomastica veneta, Venezia, Istituto per la collaborazione culturale, 1961, p. 151.
  46. ^ L.A. Muratori. Rerum Italicarum Scriptores. 1727. XI, col.550
  47. ^ Carrara, op. cit., pp. 24-70
  48. ^ Solinas, op. cit., p. 171
  49. ^ Notiziario della Banca Popolare di Verona, anno 1992, n. 3
  50. ^ Borelli, op. cit., pp. 50-53
  51. ^ Notiziario della Banca Popolare di Verona, anno 1998, n. 1
  52. ^ portale.comune.verona.it – Museo di storia naturaleURL consultato il 22-04-2012.
  53. ^ verona.com – Teatro NuovoURL consultato il 22-04-2012.
  54. ^ Donazzolo e Saibante, op. cit., p. 17
  55. ^ a b Donazzolo e Saibante, op. cit., p. 18
  56. ^ a b Donazzolo e Saibante, op. cit., p. 10
  57. ^ Censis, La società italiana al 2008 in Rapporto annuale 2008, Fondazione Censis, 2008, pp. 19-23.
  58. ^ Altre fonti riducono l’area metropolitana a 1.070,9 km² e la popolazione a 500.000 abitanti.Fabio Giulietto, L’area metropolitana di Verona. Quali politiche per l’area vasta? (PDF), Padova, Università degli Studi di Padova, 2007, pp. 32-50. URL consultato il 12-12-2009.
  59. ^ Statistiche I.Stat – ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.
  60. ^http://portale.comune.verona.it/media//_ComVR/Cdr/Statistica/Allegati/annuari/2011/Tav4_14_Popolaz_straniera_res_per_sesso_nel_Comune_di_VR_2011.pdf.
  61. ^ a bhttp://portale.comune.verona.it/media//_ComVR/Cdr/Statistica/Allegati/annuari/2011/Tav4_22_Pop_stra_res_10Paesiprincip_sesso_citt_classe_eta_2011.pdf.
  62. ^ Baldassin Molli, op. cit., pp. 11-12
  63. ^ Baldassin Molli, op. cit., pp. 12-13
  64. ^ L’Atlante Mondiale Encarta indica, solo negli USA, altre 22 località chiamate Verona, localizzate nei seguenti stati: ArkansasCaliforniaIllinoisIndianaKentuckyMaineMichigan(3 diverse località), MissouriMontanaNebraskaNew JerseyNorth CarolinaNorth Dakota,OhioPennsylvaniaTennesseeTexasVirginiaWisconsinWyoming; vi sono inoltre le località di Verona Beach e Verona Mills (New York) e di Verona Heights (Mississippi). Un’altra Verona si trova nell’Ontario (Canada) e una in Australia nel Nuovo Galles del Sud, per un totale di 27 località il cui nome è ispirato alla Verona di Shakespeare.
  65. ^ Baldassin Molli, op. cit., p. 215
  66. ^ Baldassin Molli, op. cit., p. 218
  67. ^ Baldassin Molli, op. cit., p. 220
  68. ^ Baldassin Molli, op. cit., p. 222
  69. ^ V. Bertolini. Dalla “Marmorina” del Boccaccio all’appellativo di “città marmorea” dato a Verona nel Medio Evo. Verona, atti Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona, 1967. s.VI, XVIII, pp.321-332
  70. ^ Puppi, op. cit., p. 13
  71. ^ V. Bertolini. Alcune ipotesi su possibili fonti del Filocolo. Verona, Palazzo Giuliari, 1966. s.II, I (1965-1966), p. 43
  72. ^ C. Cipolla e F. Pellegrini. Poesie minori riguardanti gli Scaligeri. Roma, Forzani e C., 1902. p.145
  73. ^ ospitiweb.indire.it – Goethe a VeronaURL consultato il 24-04-2012.
  74. ^ Notiziario della Banca Popolare di Verona, anno 1995, n. 2
  75. ^ L’Arena, 25-01-2008.
  76. ^ Storia del Liceo “Scipione Maffei”URL consultato il 01-12-2007.
  77. ^ Baldassin Molli, op. cit., p. 277
  78. ^ Baldassin Molli, op. cit., p. 279
  79. ^ Baldassin Molli, op. cit., p. 280
  80. ^ Baldassin Molli, op. cit., pp. 282-283
  81. ^ Baldassin Molli, op. cit., p. 199
  82. ^ Baldassin Molli, op. cit., p. 202
  83. ^ a b Baldassin Molli, op. cit., p. 205
  84. ^ Baldassin Molli, op. cit., p. 209
  85. ^ telenuovo.it – Gli ascoltiURL consultato il 22-04-2012.
  86. ^ storiaradiotv.it – TelenuovoURL consultato il 22-04-2012.
  87. ^ storiaradiotv.it – TelearenaURL consultato il 22-04-2012.
  88. ^ L’Arena, 3-02-2008, p. 12
  89. ^ legambiente ecosistema_urbano_2011_metodologia_e_tabelle
  90. ^ L’arena Da Facebook il fronte per salvare gli alberi «Passalacqua, domani tutti a protestare» 24/06/2011
  91. ^ L’Arena Villa Pullè, via al recupero «Ma il piano è insufficiente» DEGRADO. La Giunta ha esaminato il progetto dell’Inps per la ristrutturazione dell’edificio in abbandono dal 1961. Finanziata solo la prima fase dell’intervento. Giacino: «Serve un impegno di spesa maggiore, Comune pronto a collaborare» 22/09/2011
  92. ^ wikipedia Arsenale_Franz_Josef_I Conservazione_della_struttura marzo 2013
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  123. ^ L’Arena I sindaci: «Ca’ del Bue è inutile si sottovaluta la differenziata» SAN MARTINO BUON ALBERGO. Il fronte della protesta contro l’inceneritore affila le armi e critica il piano rifiuti. Campedelli: «A Zevio la raccolta è all’82,4 per cento». Avesani: «Le ceneri? Non qui». Zerman contro i piani di Agsm: «Non vogliamo avvelenarci per salvare i loro bilanci» 17/02/2012
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Bibliografia[modifica | modifica sorgente]

Fonti antiche[modifica | modifica sorgente]

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Fonti moderne[modifica | modifica sorgente]

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